Posted 23 marzo 2013 in Turchia with 0 Comments
di Matteo Cazzulani
Il Presidente democratico USA vero regista della pacificazione tra Tel Aviv ed Ankara. Un risultato diplomatico non facile da raggiungere, che apre prospettive importanti per l’Europa e l’Occidente sul piano politico ed energetico.
Nella giornata di venerdì, 22 Marzo, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha convinto il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a ricucire lo strappo diplomatico con il suo collega turco, Recep Tayyip Erdogan.
Le relazioni tra Israele e Turchia -due Paesi che hanno sempre collaborato anche in virtù dell’appartenenza di Ankara alla NATO, e della vicinanza di Tel Aviv agli USA- sono congelate dall’attacco militare israeliano del Marzo del 2010 alla ‘Freedom Flottilla’. L’attacco armato contro le navi, che secondo l’equipaggio della ‘Flottilla’ avrebbe dovuto consegnare viveri in Palestina, mentre Israele ha ritenuto che essa trasportasse munizioni per armare il terrorismo palestinese, ha provocato nove morti di nazionalità turca.
Nella telefonata, Netanyahu ha ritenuto l’agguato un errore dalle conseguenze imprevedibili, ed ha espresso la volontà di riprendere lo smalto del passato nelle relazioni tra Israele e Turchia. Soddisfazione è stata espressa dal Ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, che ha sottolineato come il Premier Erdogan abbia condiviso la necessità di ripristinare le relazioni diplomatiche tra Tel Aviv ed Ankara.
Il riavvicinamento tra Israele e Turchia è una vittoria diplomatica del Presidente Obama, che consente agli USA di ricompattare il fronte turco-israeliano, necessario per proteggere l’Occidente dalle minacce costituite da Siria e Iran e, più in generale, dal terrorismo fondamentalista. Con il sostegno al riavvicinamento tra Tel Aviv ed Ankara, e il supporto dato alla costituzione di uno Stato palestinese accanto a quello di Israele, il Presidente democratico ha inoltre corretto definitivamente la linea di politica estera muscolare del suo predecessore repubblicano, George W. Bush, nel Mondo arabo, conferendo agli USA un’immagine meno negativa.
Il gas di Israele in Europa attraverso la Turchia, ora si può
Particolare importanza dell’attività diplomatica di Obama è anche legata all’energia, poiché il ripristino delle relazioni diplomatiche tra Israele e Turchia potrebbe portare alla realizzazione del progetto di trasporto del gas israeliano in Europa attraverso il territorio turco.
Israele, che possiede un giacimento di 10 miliardi di piedi cubi di gas, ha preventivato l’esportazione del carburante in Europa grazie ad una partnership con Cipro che, tuttavia, è stata sospesa in seguito alla situazione critica vissuta da Nicosia. Per questa ragione, Tel Aviv potrebbe riprendere l’ipotesi -congelata da Ankara in seguito alla crisi diplomatica con Israele- della costruzione di un gasdotto verso la Turchia, dove il gas verrebbe immesso nelle condutture che veicolano carburante dall’Azerbaijan in Unione Europea.
Tale soluzione renderebbe possibile per l’Unione Europea l’importazione di gas da Israele, ed annullare l’azione di disturbo dell’operazione attuata dalla Russia, che sta puntando sul controllo del settore energetico di Cipro per impedire l’importazione di carburante israeliano attraverso Nicosia.
Foto: Flickr
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