Quattro cose devono essere chiare, secondo Fuele: l'esecutivo di Bruxelles ribadisce “il diritto sovrano di tutti i Paesi membri ad avviare negoziati bilaterali in linea con l'acquis dell'Ue e con il diritto internazionale”. In secondo luogo, ha proseguito, “ricordiamo alla Turchia la necessità di astenersi da ogni genere di minaccia o di azione che potrebbe avere conseguenze negative sulle relazioni di buon vicinato”. Come terzo punto Fuele ha sottolineato “l'urgenza che Ankara rispetti l'attuazione del Protocollo aggiuntivo all'accordo di associazione (in base al quale dovrebbe aprire porti ed aeroporti alle merci cipriote), facendo progressi verso la normalizzazione dei rapporti con Cipro”. Infine, la cosa più importante: Fuele ha ribadito “il forte sostegno dell'Ue ai colloqui per un accordo complessivo” sulla riunificazione di Cipro e in questa prospettiva, ha concluso, “è essenziale che tutte le parti esercitino moderazione e facciano del loro meglio per assicurare un clima positivo che faciliti la conclusione del processo”.
Detto questo il commissario europeo all'Allargamento ha riconosciuto che “con la sua economia dinamica ed il suo importante ruolo regionale, la Turchia continua ad essere un Paese chiave per l'Ue” e ha ribadito la convinzione che “il processo di adesione resta lo strumento più efficace per inquadrare le relazioni” con Ankara. Il mancato avanzamento dei negoziati, ha detto il commissario europeo, provoca infatti “frustrazioni in entrambe le parti”, ma tutto questo “non deve però renderci ciechi dinanzi all'importanza dei nostri rapporti”. Dunque, “è ora di lavorare per un'agenda positiva rinnovata, per costruire insieme sulla base dei nostri comuni interessi strategici”, un'agenda che, ha spiegato Fuele, includerà il sostegno alle riforme politiche, il dialogo sulla politica estera, l'allineamento con l'acquis comunitario, progressi sulla questione dei visti ed il rafforzamento delle relazioni economiche.