Turf inizia come un classico hard boiled: proibizionismo, bande criminali, corruzione capillare, solitudine di chi crede nella giustizia e storia di amori possibili, rimpianti o senza futuro. > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="278" width="182" alt="Turf: un pastiche multigenere da godersi con calma e partecipazione >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-full wp-image-57358" />Assume tonalità horror con l’entrata in scena degli strigoli,che volano e si nutrono di sangue e carne umani (ma non dormono in bare, né si trasformano in lupi mannari) e aspettano il risveglio del loro Bloodfather per dominare finalmente gli umani. E si decora di fantascienza con l’arrivo di Squidd Prinn, contrabbandiere spaziale. Il tutto è portato all’ebollizione con lentezza (Turf è una lettura che occupa tempo), abbondanza di parole e di spargimenti di sangue, fino allo scontro finale, dove c’è posto per l’idea della redenzione individuale, dell’amicizia e dell’empatia fra diversi e dell’amore per la propria città.
Questo pastiche avanza di episodio in episodio con verbosità e, vale la pena sottolineare, un esplicito senso di ironia, che la scrittura di Jonathan Ross comunica con grande efficacia e senza dare l’impressione di distacco dall’opera. Lo si può apprezzare ad esempio nei dialoghi fra Squidd Prinn e il capobanda Eddie Falco e nella parlata del cattivissimo strigolo Vaseli, abile tessitore di intrighi mortali, ma che parla con una pronuncia sibilante e aspirata da villain di B movie, ma anche nelle tavole che in coda a ogni episodio annunciano il successivo. La tonalità ironica è a tal punto integrata nell’intreccio, che si nota per dissonanza l’unico episodio in cui Ross l’abbandona in favore di un tentativo di elegia con tema l’amore per New York. Accade nella scena che serve per trasportare la narrazione al tono sostanzialmente epico, scelto per il cruento scontro finale; di fatto, costituisce già di per sé uno scarto netto rispetto a quanto la precede e quindi risulta poco efficace come transizione.
Elemento centrale nella macchina narrativa di Turf è la coralità. Ross fa avanzare la vicenda seguendo e facendo collidere azioni, pensieri e progetti di numerosi personaggi, intrecciando almeno quattro sottotrame: la vicenda di Suzie Randall alla ricerca di verità e giustizia, gli intrighi nella comunità degli L’atmosfera del racconto deve molto a Tommy Lee Edwards, Con Turf ci immergiamo in una fiaba, che richiede partecipazione, pazienza e disposizione alla meraviglia. Ross ed Edwards muovono le emozioni che promettono e la storia è ideale per una sera solitaria davanti al caminetto, con la luce che va e viene, mentre fuori infuria la pioggia. Da leggere in piena immersione dalla prima alla penultima pagina. Già: lasciate perdere l’ultima tavola, dove si dà la possibilità della trasformazione dell’idea alla base di questa storia in formula da declinare con abilità combinatoria: dopo strigoli, alieni e umani, magari kraken, troll e abitanti della stella Betelgeuse? Facciamo conto che sia finita qui: è abbastanza. Abbiamo parlato di: Etichette associate: Puoi leggere anche: Condividi:
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Turf
Jonathan Ross, Tommy Lee Edwards
Traduzione di Diego Malare
Panini Comics, 2012
160 pagine, brossurato, colore – 15,00 €
ISBN: 9788865898932
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