In questi giorni sui media viterbesi si parla tanto dei sindacati locali preoccupati per i mancati finanziamenti necessari al completamento della trasversale Civitavecchia-Viterbo-Orte. Ho letto alcune dichiarazioni in cui si afferma che la provincia di Viterbo sta diventando una colonia romana. Sono ottimisti, secondo me, questi sindacalisti. Viterbo è già da decenni una colonia del potere (e sottopotere) romano a tutti gli effetti.
Io ero un ragazzo negli anni 70, quando si parlava di questa trasversale, che avrebbe collegato Civitavecchia, oggi uno dei porti mediterranei più importanti anche per le crociere, a Viterbo capoluogo della provincia e ad Orte, snodo autostradale cruciale tra il nord e il sud d'Italia. Sono trascorsi quattro decenni circa e quella superstrada, così allora la chiamavamo, è ancora da completare. Viterbo purtroppo è rimasta con la stessa mentalità di 50 anni fa, quella di un feudo democristiano, agrario, conservatore e papalino. Quella mentalità e quel modo di (non)operare fecero sì ad esempio che Viterbo non fosse toccata dall'autostrada. Abbiamo dovuto aspettare fino agli anni '80 per avere una bretella autostradale che ci collegasse ad Orte.
Il regime democristiano cosa ha regalato alla mia provincia in oltre 50 anni di dominio incontrastato? Nel 1965 a Viterbo la Scuola Allievi Sottufficiali dell'esercito e negli anni '80 a Montalto di Castro una centrale nucleare. In particolare quella di Montalto di Castro la ritengo e la ritenevo, allora insieme a molti amici del FdG, una scelta sciagurata e illogica; quel territorio infatti era tradizionalmente a vocazione agricola e produceva frutti e ortaggi di buonissimo livello. Vogliamo parlare poi delle altre strutture necessarie alla comunità della provincia? L'ospedale Belcolle a Viterbo nasce con un progetto degli anni 70, viene inaugurato incompleto negli anni '90 e ad oggi non è del tutto terminato. Avremo o non avremo, dico io, come cittadini il diritto di in...quietarci almeno un pò? Disponiamo di un territorio bellissimo dal punto di vista paesaggistico, naturale, storico, artistico e archittettonico. La Tuscia, in pratica corrispondente alla provincia di Viterbo, ha visto ancor prima di Roma la grandezza dei nostri progenitori Etruschi, poi il Medioevo e i papi nel 13° secolo, con Viterbo sede papale città più popolata di Roma, e poi ancora il Rinascimento ed oltre.
Oggi invece di quel passato spesso importante cosa rimane? Una provincia depressa economicamente, affollata di microimprese, i più dediti a tirare a campare con il piccolo commercio e il pubblico impiego. L'unico distretto industriale, quello ceramico di Civita Castellana, è in una crisi profonda da molti anni. Anche l'università statale, faticosamente ottenuta nel 1979 anche con l'appoggio appassionato di un grande personaggio quale Pier Paolo Pasolini, che amava moltissimo questo territorio, non ha portato a quella svolta che in tanti auspicavamo. Adesso il nuovo miraggio è quello della costruzione dell'aeroporto low-cost a Viterbo, così da congestionare Ciampino. Ma le notizie, spesso di segno totalmente opposto, mi lasciano fortemente perplesso. Giustamente c'è chi obietta che, prima dell'aeroporto, si dovrebbero migliorare le vie di collegamento con Roma, in primis la ferrovia. Non posso che condividere, certamente quello sarebbe stato il percorso più sensato, ma che vi debbo fare se la classe politica segue il percorso inverso? Questo territorio ha il diritto e il dovere di crescere, così da dare ai ventenni nati nel 1990 e ai piccoli di 10 anni, nati nel 2000, maggiori possibilità occupazionali di quelle che non ha avuto, ad esempio, la mia generazione, soprattutto per quelli come me non legati al carro dei notabili locali. Io non voglio rassegnarmi in eterno al letargo della mia provincia. E sono veramente stufo nel vedere che, in quadro economico così stagnante, continuano a proliferare nuovi sportelli bancari. Dove è tutta questa ricchezza da amministrare? O anche qui si deve piuttosto pensare ai traffici di denaro degli "amici degli amici"? Ah, dimenticavo: una delle grandi opere che i potenti ras regalarono alla mia provincia è il carcere di Viterbo, adibito anche all'alta e massima sicurezza, quella del 41 bis tanto per intenderci.
Giovanni Fonghini
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