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Wallace parte per il Canada per intervistarlo anche contro le istanze di Teddy e della sua ragazza Ally, ma scopre con suo grande disappunto che il ragazzo si è suicidato.
Disperato per non avere nessuna intervista da mandare per il suo podcast si fa attrarre dall'annuncio trovato in un bar di un uomo, Howard Howe, che racconta storie strane e meravigliose.
Lo trova e costui gli racconta di come in un naufragio fosse diventato amico di un tricheco e che considerasse i trichechi migliori delle persone.
Wallace non lo sa ma il tizio vuol fare di lui il suo miglior amico: un tricheco.
Drogato si sveglia con una gamba amputata.
Ed è solo l'inizio.
Intanto Ally e Teddy partono alla sua ricerca...
Adoro Kevin Smith che ha diretto uno dei film fondamentali della mia formazione cinefila , Clerks e ho adorato follemente anche uno dei suoi ultimi film cazzoni, quel Zack and Miri make a porno che era una vera e propria fucina di situazioni esilaranti al limite del collasso.
Mi è piaciuto anche quando ha cambiato improvvisamente genere con un thriller che sconfinava nell'horror come Red State in cui comunque veniva sempre fuori la sua vena cinematografica iconoclasta tesa a frullare i vari generi ponendosi lateralmente ad essi.
E la specialità in cui Smith mostra tutto il suo talento è il grottesco.
Cosa che cerca di fare anche in questo Tusk: a parte qualche battuta sui canadesi che alle nostre latitudini non fa neanche tanto ridere, a parte la presenza di un Johnny Depp sotto mentite spoglie nei panni di un poliziotto strafumato e strabevuto, a parte lo spunto horror che da una parte rifà il verso a The Human Centipede e dall'altro a un più classico torture porn, è evidente che Kevin Smith cerca di raccontare altro nel suo cinema, le sue ossessioni sono raccontate nelle chiacchiere da bar stralunate ed eccessive che prendono il sopravvento in un film che invece di evocare orrore, evoca solo un po' di disgusto.
Di ribrezzo e di pena nel vedere la trasformazione ( grottesca) di un uomo in un tricheco, dopo aver sentito le parole di Howard Howe , interpretato da Michael Parks( lui sì che mette i brividi addosso) che si chiede solennemente col suo modo di dire affettato e compìto se un uomo dentro abbia un cuore di tricheco.
Ma forse a Kevin Smith non interessano neanche le reazioni del pubblico: lui va per la sua strada, si chiacchiera allegramente del più e del meno, di massimi sistemi e minimi comuni denominatori, si respira insomma la solita aria da film di Kevin Smith, a sparlare su tutto e su tutti ridendosi addosso e ridendo degli altri.
Ma il gioco riesce meno che in altre occasioni perchè Smith vuole dotare questo meccanismo di una sovrastruttura che invece appesantisce il film e lo fa crollare miseramente sotto il proprio peso.
Qui riveste il tutto con un bel vestitino horror tendente al grottesco : il problema è proprio questo vestitino horror che è ancora più sgangherato di tutte le chiacchiere messe in croce incollate per l'ora precedente.
L'apparizione del tricheco umano è poi gestita malissimo perché non si crea nessun climax per renderla più importante ai fini della narrazione.
E' la sequenza clou del film eppure è buttata malamente alle ortiche.
Per non parlare del finale che irrita e anche parecchio.
A vedere Tusk sembra che il cinema di Kevin Smith sia arrivato al punto di non ritorno ( per rispetto non vorrei chiamarlo capolinea): fastidiosamente autoreferenziale, sgargiante nei colori ( perché la fotografia è comunque valida) ma grigio in tutto il resto, compiaciuto e irritante nel suo voler essere grottesco a tutti i costi.
E l'uomo tricheco è veramente brutto, realizzato male, con lattice a vista degno del peggior Z movie.
Che magari sarà il prossimo film che girerà il nostro.
E' abituato a non fermarsi davanti a nulla...
PERCHE' SI : la fotografia calda e avvolgente, Michael Parks nella parte di Howe fa venire i brividi, il cameo di Johnny Depp
PERCHE' NO : battute sui canadesi stupide , chiacchiere che non portano a nulla, sequenza clou del film gestita in maniera pedestre, trucco pessimo.
( VOTO : 4 / 10 )
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