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Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito) di Chiara Parenti

Creato il 04 ottobre 2014 da Anncleire @anncleire

 Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito) di Chiara Parenti

«Wow! Sei meraviglioso…»

Oh, Dio! Avrei voluto che in quel momento un mostro marino fosse schizzato fuori dall’acqua per mangiarmi in un boccone. Non potevo credere di aver detto una cosa simile ad alta voce e nemmeno lui. Il suo sorriso adesso era così luminoso che avrebbe potuto essere un faro gigante per tutte le navicelle spaziali della galassia.

«Be’, grazie, Apetta! E tu sei… wow!»

 

“Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)” è il romanzo breve di Chiara Parenti, pubblicato nella collana di You Feel di Rizzoli. È una mattinata umida e nebbiosa, sono emozionalmente instabile e l’ho letto in un paio d’ore. Poco più di cento pagine per una storia molto sentimentale, piena di cliché forse, ma terribilmente romantica, che mi ha colpito, mi ha fatto ridere e mi ha distratta.

 

La vita di Maia Marini procede a vele spiegate verso la felicità: un fidanzato appartenente a una prestigiosa famiglia, un lavoro presso una delle più rinomate agenzie di comunicazione di Milano, tre amiche splendide con cui trascorrere il weekend per festeggiare l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata! Peccato che la meta prescelta sia la Versilia, dove Maia ha passato le vacanze fino all’estate dei 16 anni. Ritornare nei luoghi in cui ha lasciato il cuore e rivedere Marco, il primo amore, la manda in tilt. Così decide che qualche mojito non potrà farle male… e anzi l’aiuterà. Il mattino dopo, però, Maia non ricorda niente. Non ha idea di cosa abbia combinato durante quel folle venerdì notte. In compenso, però, lo sanno i suoi 768 amici di Facebook. Cercando di ricucire una situazione compromettente e compromessa in ogni settore della sua vita, Maia si troverà a porsi una domanda fondamentale: e se invece che la fine di tutto, fosse solo un nuovo inizio? Perché se è vero che l’alcol fa fare pazzie, è altrettanto vero che a volte aiuta a fare la cosa giusta!

 

Sarà che sono un’inguaribile romantica, sarà che non ho voglia di fare niente, sarà che avevo bisogno di una lettura leggera, sarà che il mondo va veloce e le fiabe romantiche fanno bene, ma questo è il libro che mi ci voleva e l’ho apprezzato molto. È Maia Marini, la protagonista stakanovista e irreprensibile che racconta la sua storia, in prima persona, in un alternarsi tra presente e passato, che collidono quando rivede finalmente dopo quindici anni il suo primo amore, Marco Coli. Ed è tutto pazzo, inconcepibile, quasi vagamente irrealizzabile, con un atmosfera di folle pazzia, quello stupore degli ubriachi, e lo scisma di chi è finalmente stufo della stasi della propria vita. Niente di nuovo sotto il sole,  il libro della Parenti non brilla certo per originalità sfegatata, ma regala un’avventura romantica, a dolci sognatori. Maia ha abbandonato in fondo al cuore i sogni dei suoi diciassette anni e si è convertita ad una vita da adulta responsabile in una Milano grigia e senza gloria. E in Versilia, dove torna a respirare aria di mare che ritrova inalterata sé stessa. È una storia d’amore e un viaggio di riscoperta condita da ironia e personaggi quasi macchiettistici, delle icone di follia e miscredenze. E Maia si ritrova in mezzo ad un caleidoscopio di personalità solo per stringersi di nuovo al suo adorato Tonno. Ci sono scene romantiche e scenette da candid camera, ma mai una volta la Parenti perde il ritmo. La trama è organica e le descrizioni convincenti. E anche Marco appare come un ragazzo reale, uno di quelli che davvero puoi incontrare in spiaggia mentre ti spiaccica un pallone  in testa. Marco con la sua chitarra, il suo dono per le parole, il senso del cavalier servente, e il suo personalissimo eroismo e senso del dovere. Marco che sembra un pulcino con quello sguardo incantatore e le spalle larghe.

Gli amici che ci  sono sempre, quelli che ritrovi, quelli su cui ti ricredi, quelli che non ti abbandonano rendono la storia ancora più emozionante. Dai membri della band di Marco a Rosa. E anche quelli negativi, quelle parossistiche rappresentazioni di realtà umane, rendono la storia più avvincente. Da “Ciccio Cianuro” (non ho smesso un secondo di ridere quando ho letto il nome) a Madre, la minacciosa Athena tutta rifatta, la madre del fidanzato di Maia, Lapo, un altro esempio di umanità schiacciato dal progresso e al servizio di un’apparenza che schiaccia e consuma. Tutti intrattengono e strappano un sorriso, ma al centro, luminosi come le stelle che esplodono dall’acqua quando si baciano, ci sono Marco e Maia, intrecciati come le lettere che compongono il loro tatuaggio.

L’ambientazione è quella leggera e meravigliosa dell’estate in Versilia, in riva al mare, in pineta, nel bar sulla spiaggia, in cui gli avvenimenti si susseguono rapidi e implacabili, per regalare una storia romantica. Insomma una spiaggia che pullula di vita.


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