FK ROSTOV – ALANIA VLADIKAVKAZ 3-1
Dal nostro inviato a Rostov Lorenzo Lamperti - Sabato avevo fatto un programma d’eccezione: sveglia alle undici meno un quarto, colazione luculiana, lettura dei quotidiani sportivi, teglia di spaghetti al pesto, mega tanica di birra ghiacciata e prima giornata di serie A. Proprio mentre assaporavo il primo di 38 weekend all’insegna di ozio, cibo il più salato e dannoso per la salute possibile, fiumi di alcol, calcio, altri sport, amenità, sesso estremo (solo in orari e versioni compatibili con gli appuntamenti sportivi e ludici proposti dai palinsesti televisivi e catodici), mi risuona il telefono. E’ il mio amico e collega Alessandro Oliva, illuminato direttore, che mi informa con giubilo che siamo riusciti finalmente a ottenere come Viva la Fifa un accredito per una partita di un campionato europeo. “E’ una partita di cartello”, mi rassicura, sapendo che la mia pigrizia è difficile da scalfire. A quel punto il mio entusiasmo si accende: “Chissà, ci faranno andare a vedere il Barça di Messi o il Real di Mourinho, o forse il City di Mancini”. Poi il colpo ferale: “E’ una partita di cartello, FK Rostov-Alania Vladikavkaz”. Ecco, a questo punto io vorrei capire bene di che cartello stiamo parlando. O magari ci siamo sbagliati e si tratta di un cartone, quello che vorrei tirarmi da solo per essermi imbarcato in questa impresa.
Passano 38 secondi e il jet supersonico privato di Ivan Stavroghin, presidente del Rostov nonché capo supremo della multinazionale “Ashvidanja Perestrojika s.p.a.”, che ha fatto una fortuna vendendo uno speciale marchingegno che permette di leggere “Guerra e pace” in 4 minuti e 27 secondi. Sul jet mi accolgono due signore che definire discinte è dire poco. Mi provocano, ma sul più bello si tirano indietro. Posso parlare con loro di gangbang con 58 partecipanti senza però fare altro: “A Viva la Fifa per ora è permesso solo l’accesso in Mixed Zone, niente bordocampo e spogliatoi”, mi spiega gentilmente Sofja Andreevna Sharapova Junior, che farebbe diventare un licantropo anche un boy scout (forse persino Buttiglione).
Atterrati a Rostov, eccomi diretto allo stadio dove assisto a una delle partite meno interessanti della storia. E ci credo, mi avevano messo di fianco quella figa delle Pussy Riot. Eh, sapeste come pronuncia lei Vladikavkaz… Comunque, mi metto di buzzo buono e decido di guardare la partita con maggiore attenzione. Quando lo faccio mi accorgo che è appena finita 3 a 1. Ma come, dico io, era appena cominciata. Il mio vicino di posto, il conte barone Ivan 58esimo il terribile, un incrocio tra un sardo e una pecora caucasica, mi rivela: “Sì ma qui le partite durano al massimo 10 minuti. Poi assistiamo tutti alla sessione di nuoto libero del nostro Messia”. A quel punto, mi metto comodo e ammiro i pettorali di Vladimiro. Lui si che ci sa fare con il ca…lcio. E anche con il Vladikavkaz.
MANCHESTER UNITED – FULHAM 3-2
Dal nostro inviato a Manchester United Alessandro Oliva -
Mentre quel fortunato di Lorenzo Lamperti è in Russia a vedere quella che Michail Gorbaceev ha definito ‘La partita più brutta degli ultimi 150 anni, compresa la Perestroika e sta cazzo di macchia che c’ho in testa’, mi ritrovo mio malgrado in Inghilterra. Certo la Premier League non è il campionato dell’ex Urss, ma anche qui qualche giocatore interessante c’è. Un giorno, ne sono certo, sentirete parlare di gente come Lampard, Gerrard, Bale, Rooney, Van Persie, Owen, Cech, Mata, Fernando Torres ed Essien. Li incontro tutti alla festa di beneficenza organizzata dal principe Harry a Londra. Il cadetto di casa Windsor sta raccogliendo fondi per fare uccidere il paparazzo che lo ha fotografato mentre a Las Vegas tutto ignudo si esibiva nella nobile arte ludica dell’elicottero.
La partita che vado a vedere per Viva la Fifa è Manchester United-Fulham. I Red Devils hanno perso la prima a Liverpool contro l’Everton, ma Sir Alex Ferguson l’ha presa bene: “Se perdete anche questa vi faccio mangiare il gel che Cristiano Ronaldo ha lasciato in spogliatoio”. Lo United quindi vuole fare bene, talmente bene che dopo 6 minuti va in svantaggio, complice l’attacco collettivo di narcolessia che colpisce l’intera retroguardia rossa. Un evento che non si vedeva dai tempi dei primi studi sul fenomeno del dormire in piedi, o dall’Inter di Lucescu.
Poi i padroni di casa si incazzano e danno il via alla rimonta. Protagonista del fatto è la ex di Wayne Bridge, che passava di lì per caso ed è stata più volte rimontata anche dal vecchio ma sempre pronto Sir Alex. Poi i giocatori, rinfrancati e di nuovo in palla (“hai voglia a palle” dichiarerà a fine rimonta la signora Bridge-Terry), cominciano pure a fare gol (“hai voglia se hanno fatto gol”, rincarerà la ragazza). Segna pure Kagawa, un turista giapponese che era convinto di essere entrato a Westminster. La mette in rete (“hai voglia se l’ha messa” ha puntualizzato…vabbè) e travolto dagli applausi comincia ad inchinarsi furiosamente. Verrà abbattuto al 12° del secondo tempo dall’ambasciatore nipponico, chiamato apposta da Londra.
La partita è molto gradevole, complice un Manchester che fa faville. Ci si mette anche il grande acquisto Robin Van Persie, che segna un gran gol e a fine gara va a festeggiare assieme al principe Harry e a tutto il circolo dell’associazione neonazista ‘Amici di Max Mosley’. Volevo andarci anche io. Peccato. Heil!