Innanzitutto con qualche difficoltà, e senza la pretesa di averci preso, abbiamo cercato di ricostruire la dinamica precedente e successiva all'incidente mortale che è accaduto davanti alla filiale dell'Unicredit di Via Mattia Battistini, in corrispondenza con la fermata dell'autobus.
La Lancia Lybra, con a bordo i tre ragazzini e lanciata a grande velocità, proveniva probabilmente dall'altro versante di Via Battistini: proveniva da nord verso sud. Era inseguita e, una volta arrivata nel suk che contraddistingue l'incrocio tra Via Battistini e Via dei Monti di Primavalle, non ha potuto fare altro - vedremo perché - che un'orribile carneficina. Poi l'auto ha proseguito, dopo la fermata, per qualche metro con la signora Perez attaccata al parabrezza ed è andata avanti anche dopo aver lasciato il corpo sull'asfalto. Ha fatto altri incidenti minori, appena arrivata sulla Boccea ha centrato uno scooter con due persone a bordo e poi ha avuto modo di proseguire ancora, per un bel pezzo, sulla Boccea verso fuori città.
La corsa si è fermata solo all'incrocione tra Via di Boccea e Via Cornelia, di fronte al distributore dell'IP. A quel punto i tre componenti sono scappati a piedi inseguiti da evidentemente poco atleticamente prestanti poliziotti che se ne sono fatti sfuggire (evidentemente sparare ad una coscia non è policy) due su tre, liberi di scappare a piedi e oggi, dopo due giorni, ancora latitanti. (E poi ci preoccupiamo dell'Isis quando due ragazzini di sedici anni riescono a seminare le forze dell'ordine per giorni dopo aver fatto quel che han fatto....). Tra l'altro sorvoliamo sull'elemento comico - che però corrobora la teoria di questo articolo - di uno dei poliziotti che stava per acciuffare uno dei fuggiaschi e che non ha potuto completare l'opera perché caduto in una buca dell'asfalto. La ricostruzione è ben riportata qui. E trattenete le risate perché non c'è niente da ridere.Ma torniamo all'incidente ed all'assurda accusa che si vorrebbe fare a questi ragazzi di omicidio volontario (pare che la Procura indaghi in questo senso). Nessuna intenzione di uccidere sarà dimostrabile. Semplicemente scappavano dalla polizia. Di fughe dalla polizia e di inseguimenti ce ne sono a dozzine al giorno in tutto il pianeta (ci mancherebbe che la polizia non potesse cercare di acciuffare chi non si ferma ad un posto di blocco), se a Roma la cosa si trasforma in una macelleria messicana forse i motivi sono da analizzare con maggiore freddezza.
L'ingresso della metro: quarto mondo, altro che campi rom. molto peggio. Cartelloni abusivi che rendono invisibile la fermata. Auto posteggiate a casaccio.Sosta selvaggia dappertutto, segnaletica cancellata. L'omicidio volontario lo fa chi tiene strade così.
Ad esempio una parte (quanto grande?) del problema sta nelle condizioni della strada. Le persone erano alla fermata del bus in attesa del mezzo Atac? Bene. Guardiamo, nelle due foto in alto, come è tenuta quella fermata. E' a norma? Non è che le persone, come si fa spesso a Roma (e forse solo in India e in Pakistan oltre che da noi), aspettavano l'autobus in mezzo alla strada essendo la fermata ingombra di mezzi privati posteggiati abusivamente? Come è possibile, infatti, che la Lancia dei tre assassini abbia travolto così tanta gente alla fermata e poi abbia avuto modo di andare avanti per chilometri? Cosa ha fatto, è salita sul marciapiede e poi è scesa? Il tutto a 180 all'ora? O semplicemente - altra ricostruzione - le persone attraversavano la strada in un punto privo di attraversamenti pedonali o con attraversamenti invisibili, cancellati, non rispettati? E soprattutto in un punto con visibilità zero a causa della sosta selvaggia?
Guardate le due foto qua sopra. Quello è l'imbocco di Via Battistini: qui l'auto privata si è immessa sulla strada. Un imbuto di furgoni in sosta illegale, furgoni delle bancarelle come al solito, che tolgono completamente visibilità sul resto della strada. Se fossimo gli avvocati d'ufficio di quei ragazzi, quando verranno presi e processati, avremmo gioco facile a dire che i ragazzi non volevano uccidere nessuno, ma semplicemente non avevano visto chi c'era in mezzo alla strada a causa della sosta selvaggia di questi furgoni che pregiudicava gravemente la visibilità sull'intersezione. 180 all'ora? In una città civile non si può andare a 180 all'ora perché le strisce pedonali sono rialzate (tanto per fare uno tra i mille esempi di arredo urbano possibile) e se vai a 180 all'ora spacchi l'auto e ti fermi lì. Si va a 180 all'ora se le strade sono abbandonate a se stesse, come quelle di Roma.
Questi scatti sono stati catturati da Google Street, è vero. E le immagini fanno riferimento ad ottobre 2014. Ma guardate subito qui sopra qua le immagini dell'altro ieri. Vedete il furgone nella foto di Google? Eccolo qui in questa foto con un corpo finitoci sotto: è lo stesso identico furgone! E' sempre lui e sta in pieno divieto di sosta (come notate quel tratto di strada ha sosta consentita solo a scooter e ciclomotori) e con ogni ragionevole probabilità starà lì anche oggi. La situazione è facilmente intuibile guardando il video in fondo a questa pagina girato immediatamente dopo l'incidente. I corpi dei feriti sono finiti addirittura sotto le auto in sosta abusiva che rendevano pericolosissimo e criminogeno questo tratto di strada.
Ne deriva in maniera piuttosto chiara che il vero campo rom non è quello, abusivo e da smantellare beninteso, dove vivono gli assassini minorenni, bensì quello, tollerato e praticamente legalizzato, dove viviamo noi. Nel quale ci siamo assuefatti ed abituati a vivere e a crescere i nostri figli. La verità è che contesti come quello dell'incrocio Battistini\Monti di Primavalle non sono replicabili in nessuna città d'occidente. Inseguimenti auto-polizia sono all'ordine del giorno dovunque (c'è perfino una filmografia a riguardo), ma da qui ad ammazzare persone ce ne vuole, anche perché il fuggitivo non ha alcun interesse a prendere in pieno ostacoli dal momento che sta cercando di seminare chi lo insegue. Ammenoché questi ostacoli non appaiano in modalità trappola, o video game. E un video game dell'assurdo è quello che si è parato di fronte ai fuggitivi a Via Battistini.
Il vero assassino, insomma, è chi ha consentito alle nostre strade di trasformarsi in angoli di quarto mondo pericolosissimi, illegali, senza un centimetro quadro a norma. Asfalto massacrato, segnaletica inesistente, bancarelle, cartelloni, tutto abusivo o, peggio, abusivamente autorizzato previo mazzette. E poi ancora fermate dell'Atac criminali, sosta selvaggia ovunque mai sanzionata (ma ieri, guarda un po', a Battistini sono ricomparsi i Vigili Urbani).
Non si affanni il padre dell'assassino a prendersi la colpa: suo figlio può tranquillamente tornare e costituirsi perché non rischia nulla. E' minorenne, probabilmente incensurato, e ciò che ha fatto è evidente colpa non direttamente sua ma dovuta ad un contesto totalmente assurdo ai limiti dell'imbarazzante. L'omicidio è indubitabilmente colposo, roba da poco. Consigliamo alla procura, invece, di indagare su chi ha dato le licenze per quelle bancarelle, su chi concede loro di posteggiare i furgoni in quel modo, su chi non sanziona la sosta selvaggia, su chi ha firmato per l'apertura di quella fermata priva di protezioni, arredi urbani, banchine, su chi ha dato il via libera a quei cartelloni pubblicitari. Lì, sì, c'è gente da condannare all'ergastolo. Quella gente che ci ha apparecchiato una città dove anche un banale inseguimento si trasforma in una strage. Le segnalazioni che riceviamo ogni settimana sullo stato comatoso in cui versa Via Battistini non si contano e stanno lì, nel nostro archivio, a far fede. I tweet a @plromacapitale che segnalano abusi e sosta illegale sono innumerevoli, le risposte nulle. I cittadini avevano segnalato tutto e Twitter lo conferma: sosta selvaggia a più riprese, strisce pedonali cancellate, parcheggio per motorini da ridipingere eccetera. Nessuna risposta e nessuna azione da parte della città. Ecco la vera origine delle tragedie.
Le persone centrate dalla Libra attraversavano a quanto pare queste strisce pedonali che collegano la fermata dell'autobus alla fermata della metropolitana. Sono state ridipinte o sono ancora inesistenti? E come mai nessun arredo urbano impedisce la sosta selvaggia in modo che in caso di emergenza i pedoni si possano velocemente mettere in sicurezza senza ostacoli?Non s'affannino i facinorosi romani della ridicola manifestazione di ieri che vogliono dar fuoco ai campi rom senza essersi accorti che il primo e più atroce campo rom è la loro città dove, esattamente come i rom, sono rassegnati, abituati e sovente compiaciuti di vivere nel degrado, nell'illegalità, nella spazzatura, nell'approssimazione: se l'incrocio tra Via Mattia Battistini, Via Bonifazi e Via dei Monti di Primavalle fosse stato l'incrocio di una città europea e non un incrocio di Kabul, non ci sarebbero stati ne feriti ne morti. Abbiamo la presunzione di esserne certi. Perché in una città disegnata a norma di legge incidenti mortali, semplicemente, non succedono, o succedono in misura contenutissima. A Parigi, dove i parigini guidano forse in maniera più aggressiva anche dei romani, gli incidenti mortali all'anno sono un decimo di quelli romani. A Roma la mattanza è continua e non è diretta responsabilità ne della velocità, ne della nazionalità di chi guida. Ma di chi amministra la città. La signora Perez è semplicemente una dei 150/200 morti (statistiche da contestare: la verità si avvicina a 300) che periscono ogni anno nelle strade di Roma. Contro i 25 di Parigi.
*Ci siamo limitati ad analizzare il contesto fisico-geografico nel quale si sono svolti i fatti. Dimostrando che è il contesto a generare le tragedie, non gli episodi. Altri ragionamenti, più alti, si sarebbero potuti fare sul fatto che una città dove regna sovrana l'impunità più totale porti le persone (indipendentemente dalla loro nazionalità) a delinquere. Ma questo attiene alla Teoria delle Finestre Rotte di cui abbiamo parlato già mille volte. Tutto risale a quel concetto: degrado chiama degrado, che chiama altro degrado, che chiama violenza. Tolleri uno scippo in metro dicendo che i probbblemi so artri e ti trovi una persona morta ammazzata alla fermata del bus. Morta ammazzata da te che hai consentito si divulgasse il senso di anarchia e di impunità.