L’ultima volta che sono andata a Londra è stato a febbraio dell’anno scorso, per il mio compleanno. Sulla metropolitana si trovano sempre dei free press e attendendo l’arrivo della mia fermata mi sono messa a sfogliarne uno. Non volevo credere ai miei occhi. A pagina cinque trovo una foto che ritrae il nostro Premier in tutta la sua tronfiaggine accanto ad un articolo intitolato “Silvio’s babies”.
“Ci risiamo”, ho pensato, “ora mi toccherà di nuovo mentire sulle mie origini e fingere un posticcio accento spagnolo quando qualcuno mi chiederà da dove vengo.” Del resto non avevo molta scelta: non potevo spacciarmi per londinese in quanto ho dei tratti tipicamente mediterranei; quindi, siccome ho il naso piccolo e non so parlare greco moderno, non mi restava che simulare una parentela con i cugini iberici. Senza troppi dispiaceri tra l’altro: loro avevano Zapatero, io avevo Silvio. Tutto grasso che cola.
Stessa situazione, sei anni prima: mentre ero a Boston in seguito alla vincita di una borsa di studio, mi sono sentita chiedere più volte: “Why him?” “Da che pulpito”, pensavo io, “da un Paese che si ostina ad eleggere ogni prodotto della famiglia Bush gli venga proposto non accetto critiche”. Fui costretta ad accettarle invece, perchè ero in uno stato democratico e di Bush non ne volevano sapere; se avessero potuto, lo avrebbero lapidato in Copley Place. “Berlusconi non è un politico”, mi dicevano, “is a business man”: ma come, Ronald Reagan faceva l’attore e ha ottenuto due mandati?! Ma avevano di nuovo ragione loro, gli americani: è vero, Reagan prima di essere eletto Presidente degli Stati Uniti faceva l’attore, ma la sua fedina penale non era certo discutibile come quella di Berlusconi, che hai tempi della “discesa in campo” post Tangentopoli, nel 1994, poteva già vantare una rosa di procedimenti giudiziari quali: falsa testimonianza sull’appartenenza alla loggia massonica P2, conflitto di interessi, falso in bilancio, corruzione giudiziaria, riciclaggio di denaro sporco, tangenti, frode fiscale, appartenenza a organizzazioni di stampo mafioso, appropriazione indebita, traffico di droga, concorso in strage.la prima pagina del NYT e, in basso a destra, l'articolo su Berlusconi
E adesso vi spiego perchè ho fatto tutta questa premessa: perchè leggendo l’articolo pubblicato dal New York Times secondo il quale il sistema Berlusconi non è altro che “un sordido mondo di orge e ricatti” e dove vengono raccontati i festini, le prestazioni a pagamento, le intercettazioni telefoniche, ecc…sento di nuovo questo impeto che mi porta a vergognarmi della mia nazionalità. Noi, che abbiamo leggi che portano il nome di Porcellum, derisi e umiliati da un quotidiano che trova sconveniente che all’interno di un proprio articolo venga utilizzata la parola “culo”. Adesso è veramente troppo: dopo il Bunga Bunga, il Papi di Noemi Letizia, le telefonate in questura, saltano fuori anche le ragazze vestite a tema? Veronica Lario, l’oracolo dei tempi odierni, l’aveva dichiarato già a suo tempo, quando decise di divorziare: “Mio marito è malato, frequenta ragazzine, deve essere curato”. Perchè nessuno l’ha presa in considerazione?
Comunque, nonostante le accuse diventino sempre più gravi con il passare dei giorni e vengano alla luce quotidianamente prove sempre più schiaccianti sulla veridicità dei reati a lui attribuiti, il governo Berlusconi continua ad avere più del 50% dei consensi. Ognuno ha quel che si merita, d’accordo; auguro quindi a tutti coloro che lo votano, come mi ha saggiamentre suggerito ieri una mia amica, di avere solo figli maschi gay e di sinistra e figlie femmine prostitute e di sinistra. Occhio per occhio, dente per dente.