Quando ti raccontano che il Timor è un luogo senza tempo non si riferiscono alla lunga e intensa storia che così pesantemente ha segnato questo piccolo Paese, ma al fatto, più letterale, che qui, gli orologi non hanno uso. Nonostante la carenza di infrastrutture in questo luogo in cui l’industria del turimo ancora non ha preso piede riuscire a muoversi all’interno del territori è relativamente facili, sia che ci si affidi ai mezzi pubblici, che si decida di girare con un veicolo proprio. L’unica cosa di cui si ha bisogno è la pazienza, molta pazienza. Ecco di seguito una breve guida a come, dove e quando viaggiare in Timor Est.
Sulle guide turistiche
La prima dritta è il non affidarsi completamente a Lonely Planet. La famosa guida contiene una lunga serie di preziosi consigli, è vero, ma la realtà è che negli ultimi mesi molto è cambiato in Timor, e nessuna guida è abbastanza aggiornata da descrivere la situazione attuale. Il 15 Dicembre scorso le Nazioni Unite hanno lasciato il territorio, lasciando il potere in mano alle autorità locali. Le Nazioni Unite, fino a poco fa erano l’unico vero e proprio mercato per i pochi operatori del turismo presenti sull’isola, e da quando questi si sono mossi altrove buona parte delle poche guesthouse, ristoranti e agenzia di viaggio hanno chiuso i battenti. A Lospalos almeno tre dei ristoranti del villaggio hanno chiuso. A Com, dove si poteva noleggiare attrezzatura per snorkelling, oggi non si può più. Per raggiungere Tutuala dove in passato i microlet facevano avanti e indietro almeno una volta al giorno, oggi trovare trasporto è questione di fortuna.
Sui trasporti pubblici
Gli autobus partono da Dili in direzione della maggior parte dei villaggi più grandi, come Baucau, Lospalos e Mubisse. Viaggiando con i mezzi pubblici è un ottimo modo per immergersi nella cultura locale e stare in mezzo alle persone del luogo. In Timor gli autobus non hanno orario, partono “di mattina”, e arrivano “in qualche ora”. Quello che potrebbe creare un po’ di confusione in realtà è un sistema che funziona. Da Dili la maggior parte degli autobus partono dalla zona del waterfront in cui si trova il mercato. Gli autobus sono molti e disponibili, e cominciano a muoversi non appena sono pieni. Per le tratte di circa tre/quattro ore, come Dili-Baucau, Baucau-Lospalos o Dili-Maubisse, il costo è di 4 dollari, mentre raddoppia per andare dirattamente a Los Palos da Dili. All’arrivo alla fermata gli autisti faranno a gara per accaparrarsi il turista. Non è perché fanno pagare di più, ma semplicemente perché vogliono riempire il bus il prima possibile per poter partire. Evitate di far mettere lo zaino sul tetto in quanto spesso non è legato in nessun modo, e le continue buche che ricoprono la strada potrebbero farlo saltare. Nel scegliere il posto, mettetevi dietro alla porta d’ingresso, che resterà aperta per tutto il viaggio, e sarà la cosa più vicina all’aria condizionata, che fuori da Dili è un lusso. Questi autobus colorati, oltre a suonare senza vergogna musica pop portoghese anni ’90, hanno circa trenta posti a sedere. L’autobus non partirà finche almeno quaranta persone non saranno salite. Essendo il corridoio centrale molto stretto però non può essere utilizzato per sedersi in terra, i passeggeri in più quindi andranno sul tetto, oppure appesi ai lati. Nonostante sia libero, evitate di utilizzare il corridoio centrale per appoggiare borse o zaini, in quanto questo è spesso utilizzato dai locali per sputare.
I microlet sono un incrocio tra trasporto pubblico e privato. Questi minibus vengono utilizzati per il trasporto locale all’interno delle città, fanno un giro fisso o quasi, ma si fermano ovunque venga richiesto. Per raggiungere mete fuori dai principali villaggi, come Com, Huta Bulico, oppure Tutuala spesso l’unica opzione è dirottarne uno. È infatti possibile, mettendosi d’accordo con l’autista, che questo abbandoni tutti i passeggeri che lo stanno aspettando sulla strada per accompagnarvi alla vostra destinazione. Il noleggio dell’intero microlet costa intorno ai 15 dollari per tratte di 50-70 km come Baucau – Com, poco meno per Lospalos – Tutuala, anche se trovare un microlet non è sempre così facile fuori dalle prime due città. Per le tratte interne invece si spende di solito tra i 25 e i 50 centesimi, anche se al turista può essere chiesto fino ad un dollaro.
Il trasporto via mare avviene in modi differenti. Atauro Island è collegata a Dili dal Nakaroma Ferry, e costa 10 dollari andata e ritorno. Il problema è che viaggia soltanto di sabato. Quando parte? C’è chi dice alle 9, chi alle 10, chi più tardi. Ci si presenta al porto alle 8. Viene raccomandato di acquistare il biglietto in anticipo, ma non è strettamente necessario. Il ritorno è lo stesso giorno intorno alle 5 di pomeriggio. È possibile fermarsi per la notte sull’isola, ma tornare inun giorno differente dal sabato è da organizzare in maniera diversa. Se non si vuole spendere tra i 35 e i 45 dollari per una barca privata, è possibile chiedere ai pescatori che si dirigono verso il mercato sulla terraferma. Questi vi porteranno indietro per una decina di dollari, anche se la partenza è alle tre del mattino, quando le acque sono più calme. Anche per raggiungere Jaco Island, nell’estremo est, i pescatori vi daranno un passaggio per circa 6 dollari, e potrete mettervi d’accordo su quando farvi venire a prendere.
Sul trasporto privato
Viaggiare in Timor Est con un mezzo proprio può essere una buona idea se non si vuole dipendere dai mezzi incerti, quali microlet, taxi e passaggi. L’unico luogo dove è possibile noleggiare una motocicletta è Dili, con prezzi che partono da 13 dollari al giorno per gli scooter di cilindrata più piccola. Una macchina costa almeno 60 dollari. Guidando per le strade del Timor raramente ci si può aspettare di fare più di trenta chilometri all’ora, in quanto le condizioni delle strade sono pessime, e le capre invadenti. Con pazienza però, si arriva ovunque o quasi. La strada parallela alla costa nord, nonostante la sua condizione, è facilmente percorribile e abbastanza trafficata. Dirigersi a sud però diventa un’avventura, soprattuto nella stagione dei monsoni, quando la probabilità che le strade vengano sommerse è molto alta.
Sull’autostop
Fare l’autostop in Timor Est, come sempre, non è raccomandato e bla bla bla. La realtà è che è pratica comune anche tra i locali, e chi può vi darà un passaggio senza grossi problemi. È buona pratica pagare qualche dollaro per la benzina quando questo accade, anche se i timoresi sono un popolo molto accogliente ed orgoglioso della propria terra, e non tarderà a dare una mano quando necessario. Sulla costa nord raggiungere diverse tappe in autostop non dovrebbe essere un problema, ma sulla costa sud potrebbe riverlarsi molto più difficile. In ogni caso il consiglio migliore è partire di mattina presto, per non rischiare di trovarsi bloccati per strada troppo tardi.
Sull’alloggio
Come già detto, da quando il braccio armato dell’UN è partito, le possibilità di alloggio sono diminuite drasticamente. Chi raggiungerà il Timor dal sud-est asiatico si troverà a spendere almeno il doppio o il triplo per un alloggio base in guesthouse. È raro trovare stanze a meno di 10 dollari a notte, e 20 dollari è da considerarsi il prezzo medio. Questo accade principalmente perché il turismo interno è inesistente, e gli unici clienti delle guesthouse negli ultimi anni sono state le forze di polizia stipendiate da governi esteri, che quindi non avevano problemi a pagare prezzi maggiorati. Ci si può aspettare che nei prossimi mesi i prezzi comincino ad abbassarsi, ma al momento la scelta sembra essere più se chiudere completamente oppure mantenere i prezzi alti e sopravvivere dei pochi turisti che arrivano. Fuori da Dili, l’aria condizionata, la doccia, per non parlare di internet, sono un lusso. Un letto con ventilatore, e un bagno con mandi, ossià un grosso contenitore d’acqua utilizzata sia per lo sciacquone che per lavarsi è lo standard.
Sulla lingua
Le lingue ufficiali in Timor Est sono il Tetun e il Portoghese. In verità il portoghese è principalmente la lingua d’ufficio, e le lingue in circolazione sono almeno cinque: il portoghese e il teteum, il bahassa (indonesiano), l’inglese e il fataluku, appartenente a un gruppo indigeno che ha come base principale Lospalos. Non ci si dovrebbe aspettare di essere capiti parlando in inglese, e spesso nemmeno in portoghese, ma qualsiasi studente d’inglese non perderà occasione di venire a scambiare due parole o allenare la lingua non appena incontrerà uno straniero. Le domande iniziali sono sempre le stesse e le risposte diventano automatiche “Angelo. Italia. Due settimane. Indonesia”. Nessuno però perderà l’occasione di aiutare come può se ce n’è bisogno. e neanche di chiedere e-mail, facebook, skype e magari anche una foto ricordo.
Sul costo
Il budget per il Timor Est è di una trentina di dollari al giorno, ma può salire rapidamente mangiando in ristoranti di più alta qualità. Il prezzo di un pasto in un ristorante a conduzione familiare è di circa tre dollari, mentre può raddoppiare quando si trova un menù in inglese. Non c’è una vera e propria cucina tradizionale, e le principali influenze culinarie sono indiane e, ovviamente indonesiane. Non esistono vere e proprie attrazioni turistiche per le quali è necessario spendere dei soldi, l’unica spesa oltre all’alloggio e il cibo rimane quindi il trasporto, che se dilutito in alcune settimane è minimo. Noleggiando mezzi e autisti questa voce però può incidere pesantemente sul budget. Viaggiare da soli in Timor non è la soluzione più economica, e poter tagliare i costi condividendo, quando possibile può limitare il danno.