Tutti dobbiamo vivere
Si sono incontrati a Parigi lo scorso 22 giugno 2011 i Ministri dell’Agricoltura dei 20 paesi più ricchi del mondo. Il G20 di qualche giorno fa è stato interamente dedicato all’agricoltura, attività inventata dalle donne che ha dato il cibo all’umanità.
Il presidente della Repubblica francese Nicolas Sarkozy in quell’occasione ha detto delle parole che mi hanno fatto riflettere e che mi portano a chiedere anche a te che mi leggi un approfondimento. C’è necessità di ricostruire il capitalismo del pianeta mettendo al centro l’agricoltura che è la prima risposta ai bisogni vitali delle popolazioni.
44 milioni di persone immerse nella povertà
Se c’è la povertà c’è la destabilizzazione di interi paesi perché la comunicazione globale ha messo in moto le nuove generazioni che si sono scambiate informazioni e hanno prodotto azioni decise finalizzate a cambiare lo stato delle cose. Non è più possibile che manchi il cibo a milioni di persone umane.
Agricoltura che da reddito e che rispetta l’ambiente
L’agricoltura deve essere sostenibile per rispettare le risorse naturali del nostro pianeta, ma deve essere allo stesso tempo rispettosa del lavoro degli agricoltori che deve ottenere la giusta remunerazione.
Non si può relegare l’agricoltura a uno dei tanti parametri di crescita globale perché è l’attività economica umana che da il cibo a tutti, quindi se c’è una crisi dell’agricoltura c’è una generale destabilizzazione del pianeta e il conseguente pericolo di sommosse.
Regole per evitare la crisi dei mercati agricoli
La crisi finanziaria ha imposto a tutti i paesi di obbedire a delle regole, la crisi agricola deve produrre la stessa decisione. Quello che è stato fatto per i mercati finanziari deve essere fatto anche per i mercati agricoli. I 20 paesi riuniti a Parigi rappresentano il 65% dei terreni agricoli, il 77% della produzione mondiale di grano e l'80% del commercio mondiale di prodotti agricoli e com’è evidente hanno un immenso peso e conseguentemente una grandissima responsabilità per il futuro dell’agricoltura globale.
Non si produce abbastanza cibo
La produzione agricola del pianeta Terra negli ultimo 20 anni è aumentata dell’1,5% e comunque non è sufficiente a soddisfare la richiesta di cibo dei 7 miliardi delle persone umane che lo abitano. Nel 2050 si stima che diventeremo 9 miliardi di persone e la situazione sicuramente peggiorerà se la produzione agricola non aumenterà del 70%.
Nel 2009 si sono comprati una terra grande quanto la Francia (50 milioni di ettari)
Si compra terra in Africa ed in Asia, si investe in terra perchè presto ci sarà tanta richiesta di cibo. Bisogna che la terra come l'acqua sia considerata un bene da salvaguardare e valorizzare per ottenere tutto il cibo che necessita.
La volatilità dei prezzi
I prezzi dei mercati agricoli sono volatili come dimostra quello che accade per il prezzo per tonnellata di grano che è raddoppiato in sei mesi. Penso che sia noto a tutti che dai 140 € dello scorso luglio siamo passati ai 280 euro nel febbraio 2011 per poi ricadere ai 225 € di oggi. Io chiedo a te come si può fare in qualsiasi campo un investimento senza una minima stabilità dei prezzi. Tu investiresti i tuoi soldi in un'impresa se non avessi la speranza di un guadagno?
La volatilità ha conseguenze drammatiche per tutti i produttori e consumatori, sia dei paesi in via di sviluppo che di quelli sviluppati.
La proposta di NICOLAS SARKOZY
Dobbiamo fare per l'agricoltura quello che siamo stati in grado di fare per il petrolio ovvero una banca dati comune che consenta a tutti di avere accesso a informazioni complete, affidabili e regolarmente aggiornate. Inoltre c'è da registrare l'impegno del Commissario Europeo Ciolos a rendere disponibili già a partire da questo autunno i dati europei per i principali prodotti agricoli.
C'è la necessità di imparare dalla tragedia del 2008 aggravata dalla circostanza per cui ognuno ha preso decisioni in maniera unilaterale senza coordinamento. I governi decidano insieme e lo facciano per sfamare tutte le persone umane.