Tutto come previsto.
Questo è stato il commento di mio padre all'ennesima visita di controllo milanese.
Per i parenti pare che questa frase sia stata rassicurante.
Dopo l'ennesimo pacco di zucchero e caffè (decaffeinato) che mi hanno rifilato, devo proprio arrendermi all'idea che non abbiano capito granchè della situazione.
Perchè quello che è previsto non ha niente a che fare con delle buone notizie.
Di ritorno da Milano, oltre alle numerose piaghe regalo della terapia, ha un enorme livido sul braccio, ricordo del prelievo di stamattina.
Questa volta le fialette di sangue sono state 9.
Fra 10 giorni saranno 15.
A malattie infettive ne tirano via 5, ma potrebbero accontentarsi di 4.
Con indomabile pazienza, chiede all'infermiere se queste analisi servono ad avere qualche notizia sul progresso della malattia.
L'infermiere è sincero, forse un po' brutale. forse solo un po' troppo topo di laboratorio. Le dice che quel sangue è per la ricerca e mia madre con amaro orgoglio commenta - Sto facendo un regalo alla scienza -
A dire qualcosa, per la cronaca, sarà la scintigrafia della prossima settimana. Ci dirà se tutto è come previsto.
Intanto, in questa totale assenza di tempo e speranze, è giunto luglio, e io penso che magari in un punto lontanissimo nel tempo e nello spazio, qualcuno potrà godere di questo regalo alla scienza. Magari un giorno, pure fra 10-20, questo cancro sarà curabile, e un po' di merito sarà suo e nostro, della sua fede, della sua pazienza e della sua totale sopportazione del dolore e del nostro non andare in pezzi, dell'instancabile ricerca di modi, per la cucina, per le medicazioni, per le scarpe, per i trasporti, per l'organizzazione, per i medici.
Un giorno magari uscirà la versione ufficiale del farmaco e tra gli effetti collaterali potrò leggere la storia di questi mesi.
Come Cristo in croce, in un solo momento ha ceduto, quando mi sono accorta che non parlava con me, quando non riuscendo a camminare e nemmeno afferrare le cose ha urlato fra i denti - Che ti ho fatto? -
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