Conclusione?
Come ho voluto sottolineare nel titolo con il punto di domanda non si può parlare di vera e propria conclusione in questo ambito, risulta difficile se non impossibile tirare delle somme su di un argomento così vasto e così soggettivo come l'interpretazione, il mio tentativo è stato quello di delineare delle griglie a maglie allargate in modo che all'interno di esse tutti possano prendere ciò di cui necessitano per rendere la propria interpretazione più viva, varia e convincente.Una conclusione perentoria però mi sento di volerla dare e riflette il titolo che questi articoli hanno in comune fin dall'inizio e cioè: Tutto è interpretazione, non scordiamocelo mai! Neppure nelle serate in cui abbiamo mille pensieri per la testa. Dobbiamo trovare il tempo e il modo di concentrarci su quello che canteremo e del modo in cui staremo sul palco. Il tempo di concentrarsi infatti va trovato prima dello spettacolo e non durante, fare pause troppo lunghe tra un brano e l'altro è sinonimo di poca professionalità soprattutto se ne approfittiamo per parlare con i musicisti daremo l'impressione di essere spaesati. Chi si fermerebbe ad ascoltare ciò che ha da dire una persona evidentemente non a suo agio?
Concludo tornando all'inizio di questa serie di articoli: spesso si distinguono i cantanti più portati all'interpretazione da quelli più ferrati nelle doti tecniche, ancora una volta dovremmo riflettere sui vantaggi e svantaggi di ciascuna categoria per renderci conto che la situazione ideale sta nel mezzo.Il lavoro tecnico-vocale va portato avanti di pari passo con quello interpretativo perché l'interpretazione senza tecnica pecca di scarsa chiarezza e la tecnica senza interpretazione manca di calore umano: la tecnica ci permette di far capire ciò che sto dicendo mentre il calore umano lo rende vero e accessibile a tutti (siamo tutti esseri umani ma non tutti padroneggiamo la tecnica canora), entrambe le cose sono prerogative fondamentali per la buona comunicazione nella vita come nel canto.
Prossimamente "esercitazioni di analisi interpretativa..."
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