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Tutto il mondo e’ paese, anzi quartiere

Creato il 10 novembre 2010 da Tnepd

Tutto il mondo e’ paese, anzi quartiere Il mondo assomiglia sempre piu’ ad uno di quei polverosi quartieri periferici di una volta. Quartieri fatti di una grande via e degli isolati decadenti tutto intorno, formicai di umanita’ in cui la gente finiva per incrociarsi con un saluto di circostanza senza sapere nulla dell’altro e poi accelerava il passo per rintanarsi tra le mura di casa, per farsi gli affari propri, gelosa, sospettosa, meschina. In quei quartieri brulicanti di gentucola egoista c’era sempre un tipo secco con le palpebre strette che produceva tutto. Il tipo teneva le dita ossute incrociate dietro la schiena e camminava spedito, a passetti corti e capo chino. Aveva un enorme capannone da cui si levavano giorno e notte colonne di fumo ed in cui ogni mattino andava a lavorare meta’ del quartiere per uscirne la sera, annerita ma paga. Tutto il mondo e’ paese, anzi quartiere L’altro personaggio rilevante del quartiere era il grossista, un energumeno paffuto e ciarliero noto perche’ avrebbe saputo vendere ghiaccioli persino in Alaska. Teneva sempre un sigaro all’angolo della bocca e e le labbra tese in una grassa interminabile risata muta. Era il re dei dettaglianti, li riforniva quasi tutti e quelli che non ci stavano in qualche modo li si convinceva. Molti avrebbero preferito comperare direttamente dal tipo secco e giallognolo con le palpebre strette perche’ faceva prezzi migliori e parlava meno, ma quello era legato a doppio filo alla rete commerciale del grassone col cappello a cilindro e i due, alla fine, si misero d’accordo per non pestarsi i piedi a vicenda. La vita - in quei vecchi quartieri di una volta - scorreva cosi’, giorno dopo giorno, dentro e fuori la fabbrica e poi di corsa a casa, al sicuro.
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