Darge raccontava la storia di Emma Dante, la drammaturga palermitana più famosa in Francia, ma discretamente ignorata a casa sua. Il fatto che "La" Dante (l'utilizzo dell'articolo è nell'originale francese non se la prenda con me, ministro Fornero, ndr) possa diventare una "martire culturale" è preoccupante. Il problema vero è che Palermo e la Sicilia in generale «non sempre nutrono i propri figli, non permettendo all'arte e alla cultura di svilupparsi». A Emma Dante sicuramente non dispiace avere successo all'estero, peraltro è la sua città natale a non darle spazio, nel resto della Sicilia i suoi spettacoli trovano spesso ospitalità. Cosa dovrebbero dire allora tutti gli artisti e autori siciliani meno noti che lavorano in silenzio e magari non riusciranno mai a dirigere una prima della Scala?
Le Monde attacca direttamente le istituzioni siciliane, «nemiche della cultura». E così sono arrivate le risposte delle autorità chiamate in causa. Quello che mi ha colpito è che la prima reazione non è stata dell'assessore Missineo, come sarebbe ovvio aspettarsi. Il primo a indignarsi è stato il suo collega Daniele Tranchida, assessore al Turismo. Non solo perché ha pensato che così si oscuri il nome della Sicilia e il suo appeal turistico, ma proprio perché la notizia l'ha tirata fuori - tardivamente - un osservatorio sull'immagine dell'Isola all'estero. Colpito nell'orgoglio, Tranchida non si è preoccupato molto della "fuga culturale dei cervelli", piuttosto ha rilanciato è ha definito «anacronistico, ingeneroso e superficiale» l'articolo di Darge, invitando poi i giornalisti francesi a venire in Sicilia e valutare dal vivo il lavoro delle istituzioni regionali in materia di cultura e turismo. Temerario, l'assessore Tranchida: io ho qualche dubbio che i francesi troverebbero tutto in ordine, dato lo stato d'abbandono di molti siti archeologici e turistici, oppure per gli scempi edilizi che hanno violentato ( e mica smettono...) il territorio siciliano.
Ma la questione è prima di tutto culturale, nonostante l'immediata levata di scudi di Tranchida. Ecco che dunque rientra in scena Missineo. Che liquida il tutto con i "soliti luoghi comuni". Sarà, ma oltre a Le Monde, anche un altro autorevole giornale francese, Libération, lamenta il mancato sostegno della Regione a importanti manifestazioni artistiche e culturali. Dalle pagine del quotidiano socialista è Mimmo Cuticchio, storico interprete del teatro dei pupi, a denunciare l'assenza delle istituzioni siciliane nella promozione di un'arte che l'Unesco ha riconosciuto come patrimonio non materiale dell'umanità. Missineo ha replicato così:
«È vero che ci sono artisti siciliani che sono stati costretti a espatriare, però mi piace pensare che la loro non sia una "fuga culturale dei cervelli", piuttosto che siano i testimonial dell'arte siciliana nel mondo»Così va a finire che magari si mandano ai giornali comunicati stampa che esaltano le gesta dei siciliani all'estero ma non si permette a questi espatriati, anzi "testimonial", di esprimere a casa loro il proprio valore artistico. L'assessore però ha rassicurato: si sta lavorando perché nel 2019 Palermo diventi la capitale europea della cultura e per far iscrivere nel patrimonio dell'umanità il percorso arabo-normanno del capoluogo. Speriamo che nel 2019 ci siano ancora tutti gli altri siti patrimonio dell'Unesco...