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Tutto Nudo, ma per chi?

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Da buon frequentatore del mondo editoriale, cerco sempre di tenermi aggiornato sulle uscite in libreria e passo almeno un’ora a settimana a curiosare nello scaffale dei nuovi arrivi per vedere cosa mi succede intorno. E, anche considerata l’abominevole quantità di titoli che vengono continuamente vomitati sul mercato, succede sempre che, a dispetto delle arie da esperto che mi piace darmi, mi imbatto in qualcosa che proprio non riesco a capire come possa esserci finito, lì, nella vetrina delle novità in evidenza.

In questi giorni, per esempio, entrando nel supermercato del libro che sempre frequento, non ho potuto fare a meno di soffermarmi incredulo di fronte all’ultimo uscito per la collana Ingrandimenti di Mondadori. Niente popò di meno che “Ho alzato lo sguardo – Il mio cammino verso la fede” dello scrittore esordiente Walter Nudo, già noto al grande pubblico per le sue performances di spogliarellista negli anni ’90, ma soprattutto per la sua vittoria a un’Isola dei Famosi di qualche tempo fa.

Incuriosito da quali potessero essere le ragioni di una tale scelta editoriale, ho preso in mano il volume e ho cominciato a sfogliarlo, sinceramente desideroso di capire. A lasciarmi scettico non era tanto il fatto che un editore possa decidere di pubblicare una simil-biografia, quanto l’idea che essa riesca davvero a trovare un numero di lettori sufficiente a giustificarne una tiratura di una certa rilevanza (almeno 5.000 copie, mi viene da immaginare così, a naso). Insomma.. esistono davvero 5.000 o quasi italiani disposti a spendere la bellezza di diciassette euro e cinquanta per venire a conoscenza dei percorsi spirituali di Walter Nudo?

Me lo chiedo sinceramente, senza nessun sarcasmo, interessato a comprendere fino in fondo le ragioni di una scelta editoriale e, chissà, forse di uno status sociologico. Davvero in questi anni in cui gli stipendi si assottigliano e le bollette di luce e gas aumentano esponenzialmente esiste qualcuno che spende tutti quei soldi per scoprire tutto sulla “vita da ribelle” di Walter Nudo?

Chissà che fra i tre lettori di questo blog non ci sia qualcuno che il libro l’ha anche comprato, e che sappia convincermi che sì, davvero ne vale la pena. Chissà che io non possa, grazie a Walter Nudo, comprendere qualcosa il cui senso mi era fino ad ora sfuggito. Chissà che non mi si riesca a convincere che, se Nudo mette a nudo non più il suo corpo ma la sua anima, siano ben spesi quei diciassette euro e cinquanta necessari a godersi lo show.


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