Tutto può cambiare ( 2013 )

Creato il 22 ottobre 2014 da Bradipo
Gretta e il suo fidanzato Dave, musicisti in pectore,  partono per New York dove lui riesce a ottenere un contratto discografico da una major. Con il successo cominciano le incomprensioni, Gretta è spesso da sola e trascurata e il rapporto inevitabilmente fallisce.
Una sera mentre è in un locale, immalinconita dalla solitudine e dall'alcool, spinta da un amico musicista Gretta imbraccia la chitarra e suona una sua canzone, alla quale è molto legata.
La vede Dan, produttore discografico in una fase un po' complicata della sua vita, visto che ha appena perso il suo lavoro , è divorziato e con qualche problema di alcolismo.
La porta dal suo ex socio perché colpito dal talento della ragazza ma l'altro non sembra molto colpito.
L'accordo è quello di registrare un cd demo per poi farlo distribuire dalla casa discografica.
Assemblata una band grazie a vecchie conoscenze e nuove amicizie cominciano a registrare ma non avendo i soldi per lo studio perché non suonare dal vivo sfruttando alcune locations inconsuete di New York?
Personalmente guardo con estrema diffidenza, quando non sospetto se non aperta ostilità le commedie sentimentali made in Hollywood perché sono allergico al lieto fine sempre e comunque, alle ovvietà snocciolate in serie e alla mitragliata di melassa e di buoni sentimenti che di solito le caratterizzano.
Con Tutto può cambiare il sospetto si è tramutato in una sorta di apertura di credito perché al timone, sceneggiatura e regia, c'è quel John Carney che era al timone di uno dei film più amati qua a bottega, quel Once che per il sottoscritto aveva rappresentato un vero e proprio colpo al cuore e di cui avevamo parlato a suo tempo qui.
E questa sorta di apertura di credito è almeno in parte giustificata.
L'impressione è che John Carney abbia voluto ricreare una sorta di versione riveduta e aggiornata di Once, trasferendosi da Dublino a New York.
La ricetta è la stessa: una sorta di commedia sentimentale che cerca di affrancarsi dalle regole hollywoodiane del genere , non scritte ma codificate in moltissimi film, la musica a fare da collante, ma non solo, alle vicende dei protagonisti e tutta una serie di crampi sentimentali e di personaggi accessori (  ad esempio la figlia e la moglie di Dan e il loro rapporto complicato )che costituiscono l'unica , parziale novità rispetto a Once.
Il problema del film è che le schermaglie sentimentali tra Gretta e Dave sono la parte meno interessante mentre coinvolge di più l'incontro tra le due solitudini ostinate e contrarie di Dan e della stessa Gretta.
Due individui in caduta libera, che stanno precipitando in un abisso di infelicità e mancanza di prospettive, trovano l'uno nell'altra una ragione per risollevarsi.
Ma siamo ben lontani dal livello di coinvolgimento emotivo che garantiva Once, il paragone in questo senso è abbastanza impietoso.
E anche l'originalità latita, manca l'effetto sorpresa.
Quello che garantisce quel minimo di benevolenza che permette di sostenere il film è una seconda parte in cui si sfrutta New York in maniera molto diversa dal solito: non il consueto, stanco, risaputo turismo sentimentale con sfondi da cartolina che fanno da corollario alle schermaglie sentimentali di due protagonisti sempre al centro della scena, ma una città che diventa protagonista con i suoi angoli meno noti e meno nobili, trasformata dalla band di Dan e Gretta in una sorta di studio di registrazione all'aperto, il teatro di musica dal vivo suonata clandestinamente e anche un po' di fretta, stando attenti a non farsi prendere dalla polizia.
Carney, ex batterista di una band indie irlandese, cerca di fondere musica e cinema un po' come aveva fatto magicamente con Once ma qui il connubio riesce parzialmente perché Tutto può cambiare racconta alti e bassi sentimentali che non brillano per originalità o per particolare calore e anche le musiche sembrano inferiori a quelle emotivamente intense dell'altra pellicola ( Falling Slowly ancora è qui che risuona nelle orecchie).
Keira Knightley è volenterosa ma appare un po' spaesata ( e quei denti non si possono vedere...), Mark Ruffalo è decisamente più in parte.
E meno male che almeno sullo schermo non si veda quello che è sempre il solito "lieto " fine da commedia sentimentale.
L'importante è ripartire...anche se cambiano le prospettive.
Non più due cuori e una capanna ma due cuori e una cuffietta.....
PERCHE' SI : seconda parte del film frizzante e piacevole, New York vista da un prospettiva abbastanza nuova
PERCHE' NO  : le schermaglie sentimentali sono risapute e non originali, la Knightley è un po' spaesata, le canzoni di Once erano un'altra cosa....
( VOTO : 6 + / 10 )

 

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