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Tutto, pur di continuare ad illudersi

Creato il 08 aprile 2013 da Malvino

Tutto, pur di continuare ad illudersi

La tabella riprodotta qui sopra è tratta da uno dell'Istituto Cat taneo che analizza il flusso di voti che nel 2013 sono afferiti al M5S dagli schieramenti politici che si erano presentati alle elezioni politiche del 2008 (l'indagine riguardava 9 città, ma ho modificato la tabella per mettere in risalto i dati relativi a quelle con un maggior numero di aventi diritto al voto). In pratica, prendendo a esempio il caso di Bologna, su 100 voti andati al M5S nel 2013, solo 10 venivano da quanti si erano astenuti nel 2008, mentre 65 venivano da quanti avevano votato il Centrosinistra e 24 da quanti avevano votato il Centrodestra. Ma è a scendere nel dettaglio relativo a quanti elettori del Pd nel 2008 abbiano votato il M5S nel 2013 che si comprende che fine abbiano fatto gli oltre tre milioni e mezzo di voti persi in 5 anni dal partito guidato da Bersani.

Tutto, pur di continuare ad illudersi

Almeno per le quattro città qui prese in considerazione è evidente che gli elettori del M5S siano ex elettori del Pd per oltre il 45% (oltre il 35% per le 9 città prese in considerazione da ll'Istituto Cat taneo: Torino, Brescia, Padova, Bologna, Firenze, Ancona, Napoli, Reggio Calabria, Catania). Con un 'approssimazione che non va troppo lontano dai dati reali potremmo concludere che almeno due milioni degli oltre sette raccolti dal M5S al Senato, e quasi tre degli oltre otto milioni e mezzo raccolti dal M5S alla Camera, siano stati di ex elettori del Pd. Voti che, almeno in parte, sarebbero affluiti al M5S nella speranza, poi rivelatasi vana, che tra Grillo e Bersani fosse inevitabile un'intesa di governo. In pratica, si sarebbe trattato d i un voto che mirava a dare una lezione al Pd per spostarne il baricentro a sinistra, ma è stato proprio Grillo a definirlo un errore di calcolo: "Perché hai votato il M5S? Per fare un governo con i vecchi partiti? [...] Allora hai sbagliato voto"

Un sondaggio di Renato Mannheimer ( Corriere della Sera , 7.4.2013) rivela che di tale errore sarebbe pentito circa un quinto di quanti avrebbero votato il M5S il 27 febbraio (circa il 29%), sicché oggi lo voterebbe solo il 24% degli italiani: solo l '1% in meno di quanti realmente votato il 24 e il 25 febbraio. Ad essere pentiti di aver capito male, insomma, sarebbero più quanti avevano frainteso dopo il voto di quanti invece avessero frainteso prima, ammesso che avessero davvero frainteso (non più di 7-800.000 sui 2-2,5 milioni di ex elettori del Pd che hanno votato M5S).

Cosa dovrebbe dedurne, il Pd? In primo luogo, che 'indisponibilità di Grillo ad un alleanza di governo può recuperare meno di un terzo degli oltre tre milioni e mezzo di elettori persi tra il 2008 e il 2013. In secondo luogo, che a far scelte che il suo elettorato fin qui fedele molto probabilmente giudicherebbe come uno sbilanciamento a destra (più di tutto, un inciucio col Pdl) ha solo da perdere altri voti. Infine, che dall aver paura di tornare alle urne e d essere disposto a tutto pur di rimandare il voto può rimediare solo altre sonore batoste. Tuttavia pare che si disponga proprio a questo. Perché tornare alle urne significherebbe affrontare altre primarie e Bersani non è più sicuro di poterle rivincere. In sostanza, la scelta è di perdere altri elettori. Tutto, pur di non dichiarare il fallimento della classe dirigente che fin qui ha guidato il partito. Tutto, pur di continuare ad illudersi che il paese sia diverso da quello che è.


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