Tutto sommato, pensandoci meglio,
Da Hanz
Stamattina la sveglia era puntata alle 5:20 ma in realtà ero all'erta dalle 4 e mezza: mi capita spesso quando devo alzarmi così presto e ho paura di rigirarmi dall'altra parte. Alle 5:45 ero ancora a letto, il corpo che non voleva saperne di alzarsi, alle 6:35 già mi stavo imbarcando sul mio Vueling per Siviglia: un semaforo rosso in più e avrei avuto buone probabilità di perderlo. Forse inconsciamente era proprio quello che volevo. Al mio status di Facebook ("madrugonazo", semi-neologismo che avrebbe voluto stare per "odiosa levataccia") avrei voluto aggiungere "Sottotitolo: che vita di merda": un pensiero rivolto a quegli amici che ogni volta che vedono qualche destinazione dei miei viaggi la sottolineano con un pollice in su, quasi la mia vita fosse una perenne vacanza.
Altro che: di Siviglia avrei visto un grigio ufficio in un'anonima periferia; avrei incontrato clienti cagacazzo che al 99% avrebbero avuto di che lamentarsi, chiedendo sconti e minacciando di passare alla concorrenza che per definizione è sempre brava bella economica servizievole e se glielo chiedi ti prepara anche un caffè; avrei mangiato un panino di gomma al bar dell'aeroporto sperando di poter anticipare il volo di rientro per accorciare l'agonia. Altro che pollice in su.
Invece è andata che l'incontro col cliente (sempre cagacazzo, intendiamoci) è durato poco, pochissimo: alle 11:15 ero già fuori. Nessun aereo per Barcellona prima di quello previsto delle 18:15. Sono così riuscito a fare due passi in centro, ho mangiato il mio adorato salmorejo e una hamburguesa de bacalao sorseggiando una caña per 6,80 € alla Bodeguita Casablanca a lato Cattedrale, ho passeggiato per i vicoli del barrio de Santa Cruz, ho scoperto l'incantevole e seminascosta plaza del Cabildo.
Ora sto scrivendo queste righe seduto su una panchina sulla riva del Guadalquivir, prendendo un tiepido sole con vista sulle case del barrio gitano di Triana: ogni tanto passano i canottieri della Escuela de remo, e se chiudo gli occhi sento il suono degli zoccoli dei cavalli che passano alle mie spalle portando qualche turista in carrozza alla scoperta delle bellezze della città. Mi si è anche - come al solito - scaricata la batteria del cellulare: non posso ricevere chiamate di lavoro nè leggere email. Stavolta non me ne lamenterò.
È la prima giornata di sole dopo molta pioggia, e i nuvoloni all'orizzonte annunciano che ricomincerà presto. Tutto sommato, pensandoci meglio, non proprio una vita di merda.
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