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Evie contro Evelyn
Vorrei iniziare presentando qualche impressione sullo script. Era già stato detto, e confermo: E' un bella sceneggiatura. C'è un buon ritmo, le scene sono molto ricche e i dialoghi incalzanti.Molte scene sono costruite attraverso il montaggio alternato (sì, si può capire già dalla sceneggiatura!)... Questo mi ha un pò insospettito perché temo che questa tecnica alla lunga possa stancare... Però gli incastri sono molto interessanti in quanto le immagini delle diverse sequenze, sono spesso legate da battute apparentemente slegate, che poste in sequenza, danno vita ad una vero e proprio dialogo dotato di senso compiuto. Come se tutto fosse legato, e si assista ad una condensazione a livello spaziale e temporale.Il modo in cui viene gestito il tempo in “Stoker” è molto particolare. E' intenzione di chi ha firmato la sceneggiatura di trasmettere l'idea che la storia si svolga forse in una dimensione senza tempo e senza spazio, o meglio, in contesto dove la percezione del tempo sia confusa, compreso il periodo storico in cui la storia si svolge. Questo poca chiarezza, questo mistero, viene resa possibile anche attraverso una specifica combinazione tra costumi, make-up e scenografia. Più volte nel copione appaiono, in merito alle caratteristiche dell'abbigliamento dei personaggi, descrizione del tipo “Potrebbe essere sia del 2009 o del 1959” o “timeless”. Niente è certo. Niente è come sembra. Tutto viene continuamente rimesso in discussione. Tutto è ambiguo. Anche i personaggi. All'inizio sembrano in un modo, ma in seguito vengono presentati diversamente, e dopo ancora eccoli apparire sotto un altro, ennesimo profilo. Una cosa potrebbero essere allo stesso momento qualcos'altro. Nel corso della lettura, più volte è capitato di essermi fatto una idea di uno dei personaggi e poi di averla dovuta ritrattare, e così per più volte. Tutto si muove. Tutto è incerto e misterioso.I tre personaggi principali incarnano perfettamente questa atmosfera di instabilità e mistero.Lo zio Charlie e la figlia India sono piuttosto statici. Non sembra facciano niente di particolare. Sono anche piuttosto “neutri”. O così sembra. In modo particolare lo è India, silenziosissima, introversa. Parla poco. Nonostante sia la protagonista del film, ha battute veramente corte. A volte monosillabiche. Un manichino insomma che a volte parla anche a pappagallo. Strana diremmo.Lo zio, è un po' più attivo, ma si presenta sempre come un uomo piuttosto normale. Niente di strano in questo caso. Molto accondiscendente, amichevole, fascinoso intelligente. Quello che si definirebbe tranquillamente un buon partito. L'unico aspetto poco chiaro è il suo passato. Si sa che è stato lontano per molto tempo. Ma tutto ciò che è avvenuto prima del suo arrivo in casa Stoker è all'oscuro di tutti. Soprattutto dello spettatore. Lo zio Charlie sta cercando in tutti i costi di creare un rapporto di amicizia, in alcuni momenti ambiguo, con India che tuttavia non sembra interessata a nient'altro che a chiudersi nel salone della villa (grandissima ma fondamentalmente vuota, dove regna il silenzio, il mistero) a suonare languide melodie al pianoforte.Per fortuna, a spezzare questa monotonia, e grigiume c'è Evie. La madre. La vedova. Anche se ha poco a che vedere con una donna in lutto per la recente morte del marito. Tutt'altro. Fin dal ricevimento dopo il funerale, all'inizio della storia, appare evidente come l'atteggiamento “gaio e frizzante” - certamente frutto di un abuso di alcolici – sia del tutto fuori luogo. Una vedova allegra la chiameremmo. Tutti se ne accorgono e tutti ne parlano. La sua posizione si complica da momento che a poche ore dall'estremo saluto al defunto marito, la ritroviamo abbandonarsi ad atteggiamenti un pò troppo amichevoli con il cognato, lo zio Charlie, ricordiamo spuntato dal nulla. Non si capisce se ci sia un vero interesse tra loro, oppure tutta quella inibizione sia frutto del bicchiere di vino, immancabile nelle mani di Evie. L'ho detto: la vicenda è molto ambigua. Niente è certo. Anche il rapporto tra madre e figlia è stranissimo. In alcuni momenti si direbbe che Evie non abbia alcun tipo di interesse per la figlia, di certo abbastanza disturbata, ma in altri ci si accorge come sia assolutamente legata ad India. A volte sembra che sia India a prendersi cura della madre. Evie è comunque il personaggio che più di tutti esterna la dinamicità del suo stato d'animo, che tra alti e bassi, divertimento, rabbia, ansia, stanchezza, terrore e sospetto si ripresenta anche a livello esteriore sul suo aspetto. Nel corso della storia, tutti i personaggi sono soggetti ad una trasformazione, ma è Evie l'unica in cui tutto questo è percepibile in modo graduale. E' Evie che all'inizio del film “non ha un capello fuori posto, è vestita di tutto punto ed ingioiellata” con un look ed un'eleganza da signora d'altri tempi, ma appare verso al fine del film completamente sfatta, indolente e sciupata. Dopotutto è come una donna un po' schizzata. Quasi isterica. Nevrotica. Almeno quando non è sotto l'effetto dell'alcol (ma non si può dirlo con certezza). Di certo è lunatica. O troppo gioiosa o rabbiosa. E' irascibile. E anche una gattamorta. E' primadonna. Quest'ultimo aspetto appare evidente nella breve scena in cui si confronta con la zia Gin, la zia del defunto marito, e ovviamente di suo fratello, lo zio Charlie. La zia, così come lo spettatore direi, guarda con sospetto a quello che sarà l'avvenire della famiglia Stoker. Bellissima questa scena. Due grandi attrici, con un gioco di sguardi, e intenzioni appena accennate potrebbero trasformarla in un vero capolavoro. Devo dire che tutto il film è n pratica costruito su giochi di sguardi, sospensioni, e sfumature. Gli attori credo che abbiano proprio lavorato su degli aspetti dei loro personaggi molto raffinati, su alcune quasi impercettibili sottigliezze. Aspettiamoci complicati personaggi più che mai multisfaccettati. Con la Kidman andiamo a nozze. Spero che il resto del cast sia all'altezza.Ma! Non finisce qua. Il film è anche violento. Ho avuto la sensazione, una volta finito di leggere lo script, che sia impossibile concepire una realizzazione dei questa storia a livello cinematografico se non per opera, appunto, di Park Chan-wook. Si perderebbe qualcosa. E credo che ne otterremmo un vero pasticcio. Pensiamo se Oldboy fosse stato diretto dalla persona sbagliata. Qui il sangue deve essere dosato nella giusta maniera.Non credo che Stoker sia, per così dire, un film hollywoodiano. Credo che tratti ancora in una specie di cinematografia di nicchia, meno popolare e antitradizionalista come, ripeto può essere considerato Oldboy. Ora, non voglio svelare troppi particolari ma il genere è pienamente quello di Park Chan-wook, che unito ad un'attrice straordinaria per un personaggio interessantissimo, multisfaccettato, originale e dinamico come Evie, unito ad una sceneggiatura molto buona, e ad una storia avvincente, rappresenta la combinazione perfetta per dar vita ad un film straordinario. Per i fan di Nicole, se volete farvi un'idea del film questa potrebbe essere una atroce semplificazione:Immaginatevi una specie di signora Coulter mischiata alla Grace di The Others, in una casa stile The Others, tutto ficcato in un film in stile Oldboy.
scritto da elocin
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