questo film è quanto meno particolare. comincia con un attore che sta per entrare in scena; già dalle prime battute tira in ballo sua madre, e già dai primi minuti si assiste alla particolarità di vederlo recitare anche nei panni della madre stessa. difatti Guillaume, oltre ad essere convinto di essere una ragazza, ama e ammira la madre al punto da volerla imitare. l'artificio teatrale prosegue forzando un quarantenne in quelli che, a logica, non possono che essere i panni di un giovane in età da liceo. tutto ciò non fa che rendere ancora più surreali le disavventure di Guillaume che, deriso dai fratelli e inviso al padre, di fatto vien considerato gay da tutta la famiglia e incoraggiato a fare uno sport da uomo, nonchè spedito in una serie di collegi che dovrebbero raddrizzarlo. Guillaume, sempre più confuso, deve prendere atto del fatto che non è una ragazza e tenta di approcciarsi al mondo omosessuale con esiti esilaranti, quando non passa da uno psicanalista all'altro nel tentativo di capire chi è veramente. ci riesce infine quando s'innamora di una donna; la rivelazione della sua eterosessualità si accompagna alla spiegazione dei suoi precedenti comportamenti, causati da un lato dalla coercizione subliminale della madre che vuole che resti sempre il suo bambino, e dall'altro dall'inconscio desiderio di distinguersi dai fratelli diventando speciale (non a caso il titolo originale recita: Les Garçons et Guillaume, à table!). e su questo finale ci mettiamo un grande & grosso mah. sì, perchè se da un lato tutto ciò che precede l'incontro con la ragazza è molto godibile, la rivelazione dell'eterosessualità di Guillaume appare come una nota stonata che stravolge e rovina quanto successo fino ad allora. dà l'impressione del finale raffazzonato e appiccicaticcio, per nulla credibile rispetto alla storia che precede. parere del tutto personale, eh!
Magazine Talenti
questo film è quanto meno particolare. comincia con un attore che sta per entrare in scena; già dalle prime battute tira in ballo sua madre, e già dai primi minuti si assiste alla particolarità di vederlo recitare anche nei panni della madre stessa. difatti Guillaume, oltre ad essere convinto di essere una ragazza, ama e ammira la madre al punto da volerla imitare. l'artificio teatrale prosegue forzando un quarantenne in quelli che, a logica, non possono che essere i panni di un giovane in età da liceo. tutto ciò non fa che rendere ancora più surreali le disavventure di Guillaume che, deriso dai fratelli e inviso al padre, di fatto vien considerato gay da tutta la famiglia e incoraggiato a fare uno sport da uomo, nonchè spedito in una serie di collegi che dovrebbero raddrizzarlo. Guillaume, sempre più confuso, deve prendere atto del fatto che non è una ragazza e tenta di approcciarsi al mondo omosessuale con esiti esilaranti, quando non passa da uno psicanalista all'altro nel tentativo di capire chi è veramente. ci riesce infine quando s'innamora di una donna; la rivelazione della sua eterosessualità si accompagna alla spiegazione dei suoi precedenti comportamenti, causati da un lato dalla coercizione subliminale della madre che vuole che resti sempre il suo bambino, e dall'altro dall'inconscio desiderio di distinguersi dai fratelli diventando speciale (non a caso il titolo originale recita: Les Garçons et Guillaume, à table!). e su questo finale ci mettiamo un grande & grosso mah. sì, perchè se da un lato tutto ciò che precede l'incontro con la ragazza è molto godibile, la rivelazione dell'eterosessualità di Guillaume appare come una nota stonata che stravolge e rovina quanto successo fino ad allora. dà l'impressione del finale raffazzonato e appiccicaticcio, per nulla credibile rispetto alla storia che precede. parere del tutto personale, eh!
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