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“Tutto torna” – Giulia Carcasi

Creato il 19 maggio 2011 da Temperamente

“Tutto torna” – Giulia CarcasiDiego è metodico, disciplinato, serio. È un docente universitario di quelli che gli studenti definiscono stronzi. Per lui il tempo si limita ad essere scandito dalle lancette dell’orologio; non concepisce sbavature nella sua esistenza: la regolarità è ciò che – crede – lo fa star bene.
Antonia è fiducia, tenerezza, irriverenza, abracadabra, orgoglio, vino rosso, fascino, sogno, disarmo, pioggia, sete, rifugio, canzone.
Due forze uguali e contrarie, destinate a incontrarsi, fondersi, completarsi.

Entriamo in punta di piedi nella vita senza ritmo di Diego; ne conosciamo paure e personalissimi metodi per superarle (sapevate che, per esorcizzare ciò che ci spaventa, basta chiamare quella cosa per nome? È da quando l’ha scoperto che Diego ha cominciato a dare una definizione a tutto, chiudendo così le parole nei loro barattoli, e finendo col lavorare, poi, nelle vesti di professore di linguistica, a un dizionario). Facciamo la conoscenza della madre di Diego, che ha ormai smarrito tutti i pezzetti di quel puzzle che era la sua vita perché malata di alzheimer; conosciamo anche il padre, politico che, essendo per Diego una figura assente, non ha altro modo per farsi perdonare per le sue mancanze se non quello di raccomandare il figlio, ora ai professori universitari, ora all’editore del dizionario.

E poi, per caso, arriva lei. Antonia è una boccata d’aria fresca, è un arcobaleno che sconvolge la vita regolare di un uomo che, forse, non è mai stato in grado di vivere, né tanto meno di amare. Antonia riesce, con le parole, a far immaginare a Diego il mare: e da quel momento è linfa vitale per quel tronco morto.
Dopo aver fatto un giro di valzer nelle esistenze immense e fragili di Diego e Antonia, dopo aver capito che si può concedere fiducia proprio a chi sembra essere più propenso a tradirla, usciamo sommessamente, così come eravamo entrati, da questa storia incantevole. E dispiace.

Tutto torna (o niente?) è un romanzo breve che si legge in un paio d’ore. Uno di quelli che, una volta iniziati, non puoi fare a meno di continuare a leggere fino alla fine, senza dargli tregua. Ciò che più mi ha colpita è la scrittura lieve, concisa e musicale. Talmente secca – ma non aspra – e tonda da sembrare poesia. Ed è poesia: lo conferma la giovanissima autrice, Giulia Carcasi (26 anni e tre romanzi), giustificando la scelta dell’abbondante spazio bianco nell’impaginazione, così: «Il bianco attorno alle parole rappresenta silenzio, respiro, poesia. La prosa, a volte, è troppo “affollata”».

Non è parlandovi di trama e stile che posso rappresentare la carica persuasiva di questo piccolo capolavoro. Raccontato così, può sembrare un romanzo senza carattere. E invece il carattere ce l’ha, eccome. Ecco perché vi prego di leggerlo. Perché Tutto torna è un romanzo da leggere e assimilare in silenzio: non c’è altro da aggiungere.

Angela Liuzzi

Giulia Carcasi, Tutto torna, Feltrinelli, 122 pp., 11 euro


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