Ed eccoci con una nuova puntata di “Tutto tra blogger“. Oggi intervistiamo David Frati, fondatore di Mangialibri. Di questo sito ci piace la voglia di fare, la “fame”, è proprio il caso di dirlo. Macinano recensioni su recensioni, articoli su articoli, in preda a una vera e propria bulimia letteraria. Ma adesso bando alle ciance, diamo il via all’intervista!
1) Come hai trovato il nome per il tuo blog?
DF: Beh, il nome “Nazione Indiana” era già preso. No, scherzo. Mangialibri (senza “il”, mi raccomando!) mi sembrava la definizione più adatta al mio approccio verso la lettura, onnivoro e vorace, bulimico direi.
2) Quando hai aperto il tuo sito e perché?
DF: Mangialibri è nato nel 2005: inizialmente era il blog personale di David Frati, e solo dal 2009 è un blog collettivo, anzi un grande magazine generalista dedicato al mondo dell’editoria.
3) Ci descriveresti la tua esperienza di blogger?
DF: In realtà, a voler essere onesti, la definizione di blog (e quindi blogger) – che manteniamo vuoi per comodità, vuoi per cialtroneria, vuoi per opportunismo – è un po’ fuori luogo per Mangialibri. E dico questo non solo per la struttura in sé del sito (che è diviso in sezioni come un portale vero e proprio, sezioni dedicate rispettivamente ai libri, ai fumetti, al self publishing, alle novità in edicola, alle news e interviste) ma anche per l’approccio. Blog letterario vuol dire : oggi ho finito di leggere questo libro, voglio condividere con la blogosfera quello che penso. Oppure : nel mondo editoriale c’è questa polemica, oggi vi dico la mia, e nei commenti si apre un dibattito etc. Un lavoro potenzialmente splendido, ma nulla a che fare col mio/nostro progetto, che è mettere su un grande magazine generalista dedicato al mondo dell’editoria. Con un approccio “professionale”, quindi (uso le virgolette non a caso), puntando però su alcune sostanziali novità nel modo di occuparsi dei libri e di quello che ci gira intorno.
4) L’aspetto più gratificante dell’essere blogger?
DF: Il privilegio di poter portare avanti le proprie battaglie culturali. Su Mangialibri non si fa critica letteraria. Più umilmente cerchiamo di offrire un servizio giornalistico/informativo alle centinaia di migliaia di lettori che non sanno come orientarsi di fronte allo tsunami di libri che si abbatte sugli scaffali delle librerie ogni mese. Vogliamo prendere per mano la signora di mezza età che legge sull’autobus il bestseller primo in classifica che le hanno regalato a Natale e guidarla in un Paese delle Meraviglie in cui ci sono migliaia di altri libri che potrebbero piacerle da morire ma che lei non conosce, un po’ per i problemi dell’editoria italiana (monopoli, distribuzione, organizzazione degli spazi vendita, etc) un po’ perché il linguaggio esoterico degli addetti ai lavori e lo snobismo dei cosiddetti intellettuali la respinge, la tiene lontana, la spaventa. Quello di Mangialibri è un approccio aperto alle novità, mai snobistico, allergico ai pregiudizi contro la letteratura di genere. Perché in campo cinematografico è considerato cool anche dalle élite intellettuali avere e dichiarare una passione per i B-movies e invece in campo letterario se qualcuno si azzarda a dire che gli piacciono i B-book viene crocifisso? Siamo sicuri che un bel romanzo sui vampiri o sui pirati non abbia più dignità dell’ennesimo epigono dello scrittore ‘must’ del momento? Noi siamo sicuri che ce l’ha. Il linguaggio di Mangialibri? Iconoclasta, ironico, pop, popolare – talvolta popolano. Non a caso il logo di Mangialibri è un panino. Ma non una baguette ‘parigina’, bensì una di quelle che a Roma si chiamano rosette, cioè un panino da muratore, da contadino, ripieno solo incidentalmente di pagine di libri anziché di salsiccia e cicoria.
5) L’aspetto più frustrante?
DF: Mangialibri non scende mai sotto le 400.000 visite mensili, anche se alcuni mesi arriviamo a 700.000. Quindi numeri enormi, che posizionano Mangialibri tra le realtà più importanti nel panorama dei siti che si occupano di libri in Italia, forse addirittura al top della classifica se consideriamo i siti generalisti che si occupano SOLO di recensioni librarie e interviste agli autori, senza pubblicare post sulla politica o sulla società. Però devo amaramente constatare che lo spirito ‘popolare’ e la nostra proverbiale disponibilità a recensire narrativa di genere che ci permette di attrarre una fetta così importante di pubblico – quella guarda caso trascurata da tutti i lit blog italiani – diventa a volte una sorta di tallone d’Achille in questa nostra realtà culturale snobistica, elitaria e autoreferenziale: se sei popolare, agli occhi di ‘quelli che contano’ diventi subito nazionalpopolare e quindi volgare, anche (anzi, soprattutto) se fai 700.000 impression al mese.
6) Quanto tempo dedichi mediamente al tuo blog?
DF: Circa 3 ore al giorno, dal pomeriggio tardi alla notte. Cioè in orario extra-lavoro “vero” (sono giornalista ed editor medico-scientifico, mi occupo di Pediatria e Oncologia). Sempre conciliando Mangialibri e lo spazio della mia famiglia, cosa davvero difficile a volte.
7) Come si concilia la tua professione con il lavoro sul blog?
DF: Portare avanti un progetto enorme come Mangialibri (pubblichiamo circa 12 recensioni al giorno tutti i giorni, più Interviste, Speciali, Video, Foto e così via – trovatemi un blog con questi ritmi di pubblicazione se ci riuscite) oltre a un lavoro di 9 ore giornaliere è ovviamente faticosissimo, ma senza Mangialibri ormai non saprei vivere.
8) Selezioni personalmente le tue letture oppure lasci che siano gli altri a consigliarti?
DF: Le mie letture personali sono un mix tra “lo leggo perché mi piace e poi lo recensisco” e “lo leggo perché devo e poi lo recensisco”. Non leggo NULLA che poi non recensisco.
9) Pensi che avere molti fan su Facebook e/o follower su Twitter equivalga a una maggiore visibilità? O rischiano di essere dei numeri un po’ virtuali?
DF: Il discorso è molto complesso, il social network marketing esiste ma è scienza ancora priva di certezze. Se non parliamo di riscontri economici ma pura visibilità eccome se funziona!
10) Il tuo lavoro verte sui grandi autori e le grandi case editrici oppure dai anche spazio a gli scrittori emergenti?
DF: La pazza aspirazione di Mangialibri sarebbe recensire TUTTO ciò che viene pubblicato, e intervistare TUTTI gli scrittori. Ovviamente siamo ben lontani dalla meta, ma comunque non operiamo selezioni di sorta.
11) Hai mai avuto problemi con autori e editori, magari dopo una recensione non gradita?
DF: Con editori rarissimamente/mai (almeno non esplicitamente, poi magari hanno pensato peste e corna, ma è normale in fondo). Con gli autori spessissimo, recensire negativamente un autore italiano vuol dire attirarsi la sua ira e le sue maledizioni. È recepito come un temerario atto di lesa maestà.
12) Qual è il tuo rapporto con le case editrici? Sei tu che ti proponi come collaboratore o capita che siano loro a cercare visibilità attraverso il tuo canale?
DF: Vorrei intervenire su una polemica che ogni tanto sento serpeggiare sul web: i blog che accettano libri in omaggio dagli uffici stampa “si vendono”? Ma stiamo scherzando? Lo scandalo è semmai che gli editori NON spediscano ai blog e alle riviste specializzate TUTTI i libri che pubblicano! La filiera corretta (per le riviste e i siti di cinema per esempio avviene così da sempre e nessuno ci vede nulla di male) è: lo scrittore scrive, l’editore stampa, l’ufficio stampa invia le copie, i giornalisti scrivono i pezzi e intervistano, PUNTO. Poi ovviamente c’è chi fa il suo mestiere bene e chi male, chi è lecchino e chi no, chi è severo e chi è buono, e così via. Ma questa è un’altra storia…
13) Collabori con qualcuno/hai collaborato con altre persone in passato? Nel caso, come procede il lavoro di squadra?
DF: Attualmente su Mangialibri siamo circa 80 persone. Il percorso-tipo è questo:
1) Mangialibri richiede all’ufficio stampa di un editore un certo titolo
2) L’editore ne spedisce una copia alla nostra casella postale
3) La redazione centrale a sua volta spedisce il volume al redattore che ha richiesto il titolo o che gli sembra più adatto a recensirlo
4) Il redattore riceve un pacco con in media 4 libri da recensire e delle scadenze.
P.S. Nel caso di ebook, tutto si risolve con un paio di email.
14) Cosa pensi degli ebook? Stai al passo coi tempi o nonostante tutto resti un affezionato della carta stampata?
DF: Essendo da sempre un collezionista patologico di libri (e altro) e ricevendo – oltre ai miei acquisti – decine di volumi o ebook a settimana in regalo, sono divenuto un maniaco dell’ereader. All’inizio era un po’ un ripiego per evitare il divorzio che mi era stato ripetutamente minacciato da mia moglie (che per giunta è avvocato), ora è “Toccatemi tutto, ma non il mio kindle!”. Ho già qualche migliaio di ebook e il numero cresce a vista d’occhio.
15) Prima o poi, tutti i blog si scontrano con la mancanza totale di fondi, mancanza che di fatto impedisce di realizzare tante, belle iniziative. Pensi che questa problematica sia risolvibile, o che sia un limite insito nei blog? Si arriverà mai, secondo te, a investimenti di terzi in blog letterari?
DF: Faccio mio il recente appello di Christian Raimo per una “professionalizzazione” del mondo dei blog/siti letterari. Il tempo del dilettantismo forzato, un paradosso tutto italiano, è finito: è giunto il momento che una serie di testate (e Mangialibri sta provando, con coraggio e difficoltà facilmente intuibili, ad andare in questa direzione) si presentino e vengano percepite dagli editori come interlocutori PROFESSIONALI, come avviene per la pubblicistica in campo – che so – sportivo, musicale o cinematografico o come avviene per i blog letterari nei Paesi anglosassoni. Crescita o morte!
David Frati
Aniello Troiano
Davide Zampatori
Francesco Balestri