Tv greca riparte con vecchi film, alla diffusione ci sono solo volontari

In Grecia la televisione pubblica ha ripreso le trasmissioni mandando in onda, incredibilmente, solo vecchi film anni 60 in bianco e nero. Trasmissioni scadenti che hanno lasciato a bocca aperta i telespettatori ormai abituati allo schermo nero, abbuiato dal governo oltre un mese fa, dopo che sono stati licenziati i 2.700 dipendenti.
Un taglio netto deciso dall'esecutivo di Atene con lo scopo di alleggerire di oltre 2.500 i dipendenti pubblici, secondo l'imposizione di Bruxelles, sui tagli alla spesa pubblica, viatico per ottenere la terza tranche dei fondi "salva-Stato". In questo, gli amministratori greci non sono andati tanto per il sottile. E hanno deciso che la soluzione più facile fosse un "taglione" unico, tutto sulla stessa realtà produttiva: la televisione di Stato, appunto, che totalizzava un numero di dipendenti giusto per la troika. Così, per fare presto, la tv pubblica greca è stata sacrificata sull'altare delle imposizioni economiche ai governanti greci in nome della spending review.
La nuova televisione greca però ha già sollevato un polverone perché non ci sono giornalisti, né telegiornali e neppure i tecnici. Sintonizzarsi sui tre canali pubblici è come fare un tuffo inverosimile nel passato, tanto sono vecchie le notizie trasmesse come le immagini dei primi passi dell'uomo sulla Luna nel 1969. Inoltre, il logo della nuova tv di Stato, un globo ornato da bande orizzontali, sembra ispirarsi a una televisione sovietica dei tempi di Gorbaciov.
Le proteste, anche dei sindacati, non si placano. A garantire la trasmissione dei vecchi filmati sono un gruppo di volontari che si sono insediati nei vecchi studi della tv pubblica in attesa che il governo provveda a creare un nuovo gruppo televisivo pubblico entro settembre come sentenziato dal Consiglio di Stato il 17 giugno scorso.
Intanto, gli ex dipendenti della tv greca, invece, si sono ridotti a lavorare in streaming trasmettendo su Internet notizie 24 ore su 24, senza alcuna certezza di trovare una nuova collocazione nella prossima tv di Stato, low-cost. Se ci sarà.
Simonetta Scarane per "Italia Oggi" (edizione odierna)