A proposito di tv intelligente e del rapporto fra old e new media, interessante il contributo di Alessandro Aresu tratto dal sito lospaziodellapolitica.com. Uno spunto interessante per riflettere sulle tendenze in atto nella televisione, in particolare sulla convergenza multimediale e sul dominio delle serie tv.
“Il mondo della televisione non è un’isola separata dagli altri mondi mediatici. Vedere e vendere la televisione come l’arena ultima in cui si combattono i destini del Paese, con la lotta tra i “programmi impegnati” e i “programmi per imbecilli”, è un grande errore. Al contrario, la TV può sopravvivere e prosperare nel momento in cui (…) diventa capace di mobilitare gli altri media: questa è la grande lezione degli ultimi anni. Le serie tv, da questo punto di vista, sono i casi di successo per eccellenza: sono state in grado di mobilitare un pubblico popolare e trasversale, attraverso prodotti di qualità e contenuti innovativi. Hanno raggiunto un’influenza politica: si pensi ai casi eclatanti di “West Wing” e “Lost”. Hanno raccontato diverse facce della realtà: chi avrebbe pensato a “The Big Bang Theory” dieci anni fa? Le serie tv sono in grado di gestire le mode in modo più articolato rispetto ai prodotti cinematografici (pensiamo ai vampiri). “Lost” e altri prodotti sono stati in grado di interagire col mondo della rete, con una logica contraria a quella del piagnisteo che caratterizza gli old media: invece di lamentarsi e di proporre tasse, hanno inseguito i blog e i forum di discussione sul loro stesso terreno, rendendo i misteri delle puntate in un certo senso “interattivi”, sviluppando videogiochi e operazioni di marketing non convenzionale in grado di interagire con la serie, confondere le acque, e affiliare ulteriormente gli spettatori”.
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