Al di là d’ogni consumistica multiplex c’è la Tv tenda, spazio per fruizione sacrale e singolare in senso letterale e lato. Postazione per due occhi soli e non sofferenti di claustrofobia, costretti come sono nell’oscurità calda e plastificata d’un rifugio per spettatori in cerca di non ordinaria visione. Progetto contundente e disturbante, deformante e rigenerante quello proposto da Leonardo Birindelli per i Cantieri del Meta-Teatro in corso in questi giorni a Trastevere.
Sold out della visionarietà più aberrante, corpi e frames che si scontrano, si penetrano, si disfanno in un solo attimo, in una tetralogia breve e labirintica che fa del masticare il materiale televisivo e poi vomitarlo in forma inedita, fluida, liquida – rigetto ebbro da indigestione catodica – il suo metodo di lotta e d’azione.
Dal delirio eiaculatorio di Tropicana al gioco di raddoppiamenti rimbalzi richiami inversioni sovrapposizioni ribaltamenti di Lorella e Smoke, in uno sferzante e forsennato video lavoro di decomposizione e riproposizione dissacrata, gioioso e giocoso come ogni mente che ha un mondo, il proprio, da vendicare e riscattare dall’ovvio. L’immaginario televisivo di scarti pop e falsi idoli è cannibalizzato e alterato fuori la misura del vero, audiovisivamente forsennato e distorto. Derelitto è il reale così come cadaverico è ogni possibile soggetto. Il problema di produzione e distribuzione, citando qui le allegre e lucide note di regia, è solo innocenza di fantasia e di tempo. E Sabrina Ferilli trova allora finalmente il più giusto acido e scorretto dei suoi posti.
Salvatore Insana