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Tweet da favola

Creato il 12 giugno 2013 da Sulromanzo
Autore: Valentina MalcottiMer, 12/06/2013 - 14:30

Sestri Levante, Baia del Silenzio, Premio Andersen«Tenere per mano, ma non incatenare. Chiedere, ma non obbligare. Questo imparò Lara dal vento, che tutto accarezza e nulla imprigiona». È questa la fiaba di 140 caratteri vincitrice della sezione Tweet da Favola, inaugurata quest' anno al Premio H.C. Andersen - Baia delle Favole.

A digitarla è stata Rosa Tiziana Bruno, insegnante e sociologa; il suo è uno dei quasi 1.500 tweet conhashtag #hca13 pervenuti fra febbraio e aprile.

Giunto alla 46esima edizione, il premio internazionale per favole inedite, che in passato premiò anche Calvino e Zavoli, si è adeguato ai tempi lanciando questa iniziativa social al fianco delle tradizionali categorie: scuola materna, bambini, ragazzi, adulti, lingue straniere, premio speciale.

Sabato scorso, sulla sabbia fine della Baia dei Silenzi di Sestri Levante, da cui lo stesso Andersen era rimasto affascinato, si sono tenute le premiazioni.

Dalle tweet-favole emergono ritratti inquietanti. Cavalieri scuoiano draghi per venderne cara la pelle; con la principessa di turno si giustificano: «Sono tempi duri». Lupi rancorosi escono dal bosco in cerca di vendetta. Ma anche le favole "tradizionali" non scherzano: c'è la solitudine della vecchiaia, il lavoro minorile e la morte dell’happy end.

Il tempo delle cicogne, la favola vincitrice della sezione "Adulti" è il racconto di una coppia anziana rimasta sola a consumarsi di ricordi in una casa vuota. Sarà l’immaginazione senza età a far loro compagnia. L'autrice, Donatella Bindi Mondaini, è un'affermata scrittrice di libri per ragazzi.

La miglior fiaba in lingua straniera, invece, è quella di ambientazione franco-nipponica scritta dalla franceseRosine Romain, Le Cerisier de Mitsuru. Il premio speciale Trofeo Baia delle Favole è andato a Piccole Mani. Grandi Ali, di Laura Brettel, una fiaba di denuncia sullo sfruttamento lavorativo dei bambini in una fabbrica di tappeti in Pakistan.

Vista l’attualità dei temi, il “c’era una volta” non sembra essere l’incipit adatto alle favole di oggi.

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