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“Il giorno in cui loro hanno assunto il reale potere!”
“Abbiamo invaso il Silo 3. Siamo pronti a lanciare nove missili nucleari. Chiediamo dieci milioni di dollari, l'Air force One...e lei, signor Presidente.”
Dalle Tagline americane presenti sui manifesti originali del film.
Lawrence Dell/Burt Lancaster :- “Non ci sono nani nell'Esercito degli Stati Uniti.”
Lawrence Dell :-”Prova a farmi ancora uno scherzo così maledetto e ti illumino il cielo, cazzo!”
Lawrence Dell :-”Signori, da adesso siamo una superpotenza.”
[rivolto agli altri mentre osserva compiaciuto la consolle di comando per il lancio dei missili intercontinentali].
Willis Powell/Paul Winfield :-”Volevo solo farvi sapere Generale che si vinca o si perda, siete un po' un gran figlio di puttana.”
Lawrence Dell :-”Grazie.”
Il Presidente David T. Stevens/Charles Durning :-”Stronzo! Era solo un bluff di Dell, eh? Non ha le chiavi, eh?! Non può lanciarli, eh??! Sarà meglio che dai un'occhiata MacKenzie e dimmi che quelli non sono dei missili cazzo!!”
Willis Powell :-”Sì certo Generale, nessuno più ha il senso dell'onore di niente, ma questo non è un motivo per far saltare il mondo intero.”
Lawrence Dell :-”No. Ci sono dei nani nell'Esercito degli Stati Uniti.”
“Twilight's Last Gleaming” o “Ultimi bagliori di un crepuscolo” nel titolo italiano, è uno splendido, affascinante film d'”anticipazione” fantapolitica diretto da Robert Aldrich nel 1977. Contraddistinto dalla rabbia e dal sulfureo spirito iconoclasta verso tutte le istituzioni dell'Aldrich anni '70 che ben abbiamo affrontato da queste parti per il coevo (1977) “The Choirboys”, anche se qui ancor più pessimista e malinconico. Il film rispecchia anche bene l'ansia degli Stati Uniti in quel periodo storico di massima debolezza politica e strategica nei confronti dell'Urss, dopo la disfatta in Vietnam, il Watergate, e la pesantissima crisi economica derivante dalla disfatta nel sud-est asiatico e dalla succedanea crisi petrolifera. Il film però, e molto intelligentemente, affonda la sua sfiducia negli anni che vanno dal 1960 al 1970. Allorquando il Governo americano incominciò a paradossalmente, “operare apertamente in segreto” e soprattutto proprio verso il popolo americano, come viene anche detto in una battuta di dialogo del film. Robert Aldrich non poteva che fare suo un simile spunto, basandosi -molto- liberamente sul romanzo “Viper 3” scritto nel 1971 da Walter Wager, adattato per lo schermo da Ronald M.Cohen e Edward Huebsch. Aldrich in questo film riutilizzò usandolo anche genialmente lo split-screen così in auge negli anni sessanta, lui, e Bill W.L. Norton nel 1979 per “More American Graffiti”, lo splendido e sottovalutato “sequel” del capolavoro di George Lucas. Nel film di Aldrich lo schermo è avvolte diviso fino a quattro parti, funzionando molto bene grazie anche allo splendido montaggio, a seguire l'azione. Il film grazie alla coproduzione della Lorimar, venne girato in studio e esterni nei pressi di Monaco, nell'allora Germania Ovest.
Domenica, 16 novembre 1981 (il film è ambientato nel futuro di quattro anni). Il pragmatico, sboccato ma diretto presidente americano David T. Stevens (Charles Durning, al suo secondo film consecutivo con Aldrich dopo la parte da protagonista di “Balena” Whalen, nel qui già affrontato esaustivamente “I Ragazzi del coro - The Choirboys”['76], interpreta qui un personaggio di presidente ispirato anche come aspetto al mitico sindaco di Chicago dal '55 al '76 -quando morì in carica- Richard J.Daley) apprende che c'è in atto un tentativo di lanciare missili nucleari verso l'Unione Sovietica da parte di quello che pare essere un folle tentativo terroristico, opera di cittadini statunitensi, per di più.
Si tratta di 4 detenuti militari evasi, capitanati dal destituito ex-generale dell'Air Force Lawrence Dell (Burt Lancaster), e composti anche dall'intelligente nero Willis Powell (Paul Winfield), da Augie Travers (Burt Young, appena reduce dal ruolo che gli avrebbe cambiato la vita, Paulie il cognato, di “Rocky”), e Hoxey (William Smith, si c'è anche lui, il Carot de “Gli Avventurieri del pianeta terra” (The Ultimate Warrior/The Barony)('75) di Robert Clouse che qui abbiamo affrontato poco fa), i quali hanno teso un'imboscata ad un camion dell'Air Force su una strada rurale nella foresta. Immobilizzati gli occupanti, rubate le loro uniformi, si dirigono verso una vicina installazione sotterranea del sistema di sicurezza missilistica del Montana. Ovvero uno di quei silos da cui poter far partire i missili Titan ICBM, balistici intercontinentali armati di testate nucleari. Alla base missilistica gli impavidi sono in grado di passare le guardie di sicurezza e i monitor televisivi e di sopraffare le ultime guardie, e quindi entrare nell'isolato Silos 3 sotterraneo. Quando però Hoxey uccide arbitrariamente una guardia, Dell gli spara per aver disubbidito ai suoi ordini di non fare male a nessuno, se non costretti per difendersi. Dell ha ben conoscenza del Silos 3, in quanto ha contribuito a disegnarlo. L'idealista e patriottico generale è un uomo tormentato e solo apparentemente instabile, ma invece tormentato e tornato amareggiato dalla sua esperienza come prigioniero di guerra in Vietnam, oltre che sofferente per l'angoscia di essere stato lasciato dalla moglie. Tornato ai suoi doveri di grado negli Stati Uniti, sperava che il suo Governo un giorno sarebbe stato in grado di dire la verità sul fallimento del Vietnam, consentendo in tal modo un processo di guarigione e chiusura di questa ferita nella coscienza della nazione. Considerato un pazzo pericoloso dai suoi superiori, è incastrato con un'accusa di omicidio colposo e mandato in prigione.
Adesso però Dell minaccia di lanciare nove missili Titan, probabilmente puntati contro l'Unione Sovietica e 8 altri paesi, a meno che non ottenga le seguenti richieste: un volo per un paese neutrale, 10 milioni di $ e il presidente come ostaggio di salvacondotto, più, ed è il vero movente di Dell per l'intera operazione, che il Governo affronti il il pubblico americano e riveli ciò che è contenuto nel Documento del Consiglio di Sicurezza Nazionale 9759 (un sostituto per/dei Pentagon Papers realmente esistiti), che offre la verità politica sui motivi e interessi reali per cui l'America entrò nella guerra del Vietnam, perdendo oltre suoi 50'000 militari. Dell ritiene, perchè conosce il contenuto del documento, che era solo per dimostrare al mondo, in una “trovata pubblicitaria”, che avrebbero potuto resistere all'aggressione comunista ovunque essa nel mondo si sarebbe manifestata ai loro interessi egemonici. Una guerra fatta solamente per essere sostenuta e per interposizione quindi, laddove era stabilito e chiaro fin dall'inizio che sul terreno non sarebbe potuta esser vinta. E per questo, sono state scientemente sacrificate oltre 50'000 vite di giovani americani, oltre che più di un milione di vietnamiti in maggioranza civili, per non parlare dei costi e delle perdite economiche astronomiche che determinarono non poco fra la seconda metà degli anni settanta e i primi ottanta una delle più gravi e pesanti recessioni economiche nella storia degli Stati Uniti.
Il presidente dovrà farsi tenere in ostaggio per garanzia che il documento venga divulgato.
Il generale Martin MacKenzie (Richard Widmark), a comando del SAC e vecchio boss di Dell che ha sempre nella sua testa creduto che chi detiene la forza militare controlli il mondo, ed è uno dei responsabili della sua disgrazia personale, entra in un pericolosissimo “gioco” di gatto con il topo con il rinnegato generale Dell.
Nel frattempo, alla Casa Bianca, il Presidente è consigliato dal proprio consiglio di gabinetto a parlare direttamente con Dell almeno per prendere tempo, e si appoggia sul supporto del suo anziano e astuto segretario alla Difesa Jack Guthrie (Melvyn Douglas splendido, nella sua terza o anche quarta giovinezza artistica, che lo condusse in quegli anni anche a rivincere un Oscar come Miglior Attore non Protagonista nel 1980, per il suo ruolo nello splendido “Oltre il giardino” [Beyond the Garden][Usa'80]di Hal Ashby), figura neanche troppo camuffata che rimanda chiaramente a Robert McNamara, il quale agisce più da politico interessato, che a proteggere la Costituzione dal ricatto dei “terroristi”.
Quando i negoziati terminano, MacKenzie riceve il permesso di attaccare i “terroristi” asseragliati nella profondità blindata del Silos 3, anche una volta che il presidente è tenuto in loro ostaggio.
Robert Aldrich riesce a mantenere costante la suspence fino alla fine e per 140 minuti (tanto dura il film nella versione originale per il mercato Nordamericano), e tutto quello che cerca e riesce a dirci sulla (a)moralità politica è molto lungimirante perchè è ancora oggi dinnanzi a noi enormemente, e chissà quanto a lungo sarà ancora sulla nostra strada. Aldrich ha cercato con questo film di dire alcune cose profondamente serie e sentite sullo sfacelo morale e materiale della politica americana e sulle ormai evidenti vere ragioni dell'impegno nella palude vietnamita, e anche se l'effetto è più pessimista e rassegnato che corrosivo come in passato con altri film proprio tipo “The Choirboys”, il risultato è un film avvincente e tracimante tanta rabbia, che vale enormemente la pena di vedere. Semmai, quel che può aver nuociuto complessivamente al film, è di essere uscito persino troppo presto, troppo in anticipo su quel filone di film che hanno messo in mostra le ferite e le colpe del Vietnam, consacratosi con “Platoon” di Oliver Stone nel 1986, e iniziato grandiosamente nel biennio successivo da “Il Cacciatore” (The Hunter)('78) di Michael Cimino, e “Apocalypse Now” ('79) di Francis Ford Coppola. C'è qualcosa, in “Twilight's Last Gleaming” che aleggia chiaramente, di fare per primo un discorso per quel periodo storico quantomai audace forte e grandioso, in primis proprio sul Vietnam (a differenza che nel romanzo originale di Walter Wager in cui l'attenzione era puntata sul Watergate, e nel quale il Generale Dell stava più “semplicemente” cercando solo di cancellare il suo nome dopo essere stato condannato per omicidio, ma Aldrich nella sua trasposizione ha aggiunto una trama completamente nuova, oltre che un poetico titolo completamente diverso), e del perseguimento della verità su di esso resa pubblica. Ma, visto alla luce retrospettivamente pur con tutta la sua veemente carica di rabbia a profusione, come di tradimento e risentimento, è evidente come tutta questa carica non sia stata ampiamente sfruttata come si sarebbe potuto. Perchè in questo film è l'intero sistena americano ad essere messo di fronte a una pugnace indignazione morale, non solo la sporca guerra del Vietnam, all'epoca non più in corso, che il film ci svela come essere stato in pratica solo un'”esercizio di pubbliche relazioni” volto a dimostrare ai nemici alleati dell'Unione Sovietica, che gli Stati Uniti erano in grado e avevano la volontà di poter sostenere fino al logoramento una guerra che era già ampiamente pianificato e previsto, non sarebbe potuta essere vinta, tutto questo molto vicino alla realtà oggettiva che i media dopo la disfatta di Saigon dell'aprile 1975 hanno riportato senza però quella carica d'indignazione molto molto meno veemente che nel film, quindi molto meno capace di poter attirare proteste pubbliche come invece -sicuramente ingenuamente, continuando comunque contraddittoriamente a credere nello spirito di libertà e nell'idealismo del popolo americano- predirebbe il film alla fine. Il film comunque attirò molte critiche alla sua uscita, e in seguito alle polemiche venne tagliato in alcune versioni di oltre 24 minuti, e guarda caso venne tagliato proprio di tutti i riferimenti al Vietnam. Certo il film è anche un thriller, essendo stato diretto da un regista specializzato come Aldrich, che aveva già diretto dei noir classici come “Un Bacio e una pistola” (1955), classici film di guerra, o dal grande successo come “Quella sporca dozzina” (The Dirty Dozen)(Usa'67) e “Quella sporca ultima meta” (The Longest Yard)(Usa'74) e, naturalmente i superclassici degli psychothriller e dei pre-new horror “Che fine ha fatto Baby Jane?” (What Ever Happened to Baby Jane?)(Usa'62), e "Piano...Piano, dolce Carlotta” (Hush...Hush, sweet Charlotte)(Usa'64). Negli anni '70 Aldrich incrementò esponenzialmente la la forza e i contenuti dei suoi film, realizzando in serie dei veri e propri capolavori come “Non è più tempo di eroi” (Too Late the Hero)(G.B./Usa'70), “Grissom Gang-Niente orchidee per Miss Blandish” (The Grissom Gang) (Usa'71), “Nessuna pietà per Ulzana” (Ulzana's Raid)(Usa'72), “L'Imperatore del nord” ( Emperor of the North Pole)(Usa'73) e “The Choirboys” (I Ragazzi del coro)( 'Usa'77), o come il già citato “Quella sporca ultima meta”, film imperfetti ma molto affascinanti come “Un Gioco estremamente pericoloso” (Hustle)(Usa'75) realizzato con la RoBurt la casa di produzione fondata con il socio Burt Reynolds e che produsse anche il grande successo di “The Longest Yard”, ma anche prodotti ammuffiti come “The Frisco Kid””Scusi, dov'è il West?”(Usa'79), e poi il suo ultimo, bislacco, ma sublime film nel 1981, “California Dolls” (All the Marbles...) con un commovente e bravissimo Peter Falk.
La bravura di Aldrich in “Twilight's [...]” è evidente più che mai nelle fasi di suspence durante i ripetuti tentativi di assalto eppoi di blitz al silos utilizzando un prodigioso montaggio e uno dei migliori utilizzi dello split screen mai visti al cinema almeno dal tempo di “Grand Prix” ('66) di John Frankenheimer, senza avere a disposizione un formato di 70 mm. come l'ultimo film citato.
Charles Durning è come al solito molto bravo ed è felice la scelta di fargli interpretare un presidente al fondo idealista, lui che è sempre stato impegnato a interpretare personaggi molto lontani dall'immagine del santo come appunto “Balena” Whalen ne “I Ragazzi del coro”, o comunque personaggi di uomini grezzi e pesanti. Richard Widmark è lacerato nel personaggio di generale malato che è esso stesso la sua uniforme e che però rispetta anche Dell, e che ha messe in bocca alcune delle battute più centrate del film :-”Stai cercando di dirmi che un ex generale rinnegato ha messo le mani su un missile Titan?” -”No, signore, quel suo pulsante ne può lanciare nove, di missili Titan.” Oltre a Melvyn Douglas già citato sono presenti nel gabinetto del Presidente anche i grandi Joseph Cotten (Artur Renfrew, il Segretario di Stato) e Leif Erickson (Ralph Whittaker, il Direttore della CIA) che penso non abbiano bisogno di presentazione, soprattutto il primo, anche se forse la migliore delle interpretazioni di supporto è quella di Paul Winfield, che tenta per tutto il film di intaccare l'ingenuità di fondo delle convinzioni di Dell/Lancaster che il Presidente Stevens stia arrivando con il suo Air Force One nel Montana per salvare la situazione a loro favore. Certo, oggi si potrebbe anche obbiettare che nel film le pericolosissime e quindi per il potere inaccettabili richieste di Dell, fossero nella realtà già nel 1977 un po' obsolete, in quanto i famosi Pentagon Papers, (di cui tanto si è riparlato negli ultimi mesi in occasione di file secretati del pentagono rilasciati da Assange e da WikiLeaks), resi di dominio pubblico da Daniel Ellsberg nel 1971, avevano rivelato all'opinione pubblica quasi esattamente quello che Dell stesso fa rivelare al Presidente Stevens, che ne era lui stesso tenuto all'oscuro.
Il finale del film è un capolavoro di suspence
L'uscita cinematografica originale in Gran Bretagna durava 2 ore. Nel 1998 la Warner video pubblicò per la prima volta la versione estesa con il montaggio di 138 minuti.
Nominato dall'Academy of Science Fiction, Fantasy & Horror Films, USA per il Saturn Award 1978 come Miglior Film di Fantascienza.
La politica segreta illustrata nel film è basata su quella contenuta nel libro del 1957 “Nuclear Weapons and Foreign Policy” scritto guarda caso da Henry Kissinger, nel quale il futuro Segretario di Stato americano delinea la prossima strategia promossa dall'amministrazione USA per dei conflitti regionali e sempre contenuti, che possano fungere da deterrente per l'Unione Sovietica dall'iniziare una guerra su larga scala.
Vera Miles nel ruolo della First Lady fu tagliata dalla versione finale del film.
Questo fu l'ultimo film di Charles McGraw.
E anche l'ultimo film per il cinema di Leif Erikson.
E l'ultimo di Lionel Murton.
Napoleone Wilson
robydick:
Oggi scelta per l'accompagnamento dei frame che proprio m'è venuta spontanea.
Famosissimo pezzo, ma per chi non lo conoscesse: "Star Spangled Banner" di Jimi Hendrix.
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