HI-TECH (Glasgow). Il messaggio arriva da Ibrox Park ma potrebbe essere condiviso nei quattro angoli del globo calcistico. Scesi in terza divisione scozzese dopo il fallimento e la successiva messa in liquidazione dello scorso anno i Rangers di Glasgow stanno pigramente dominando il campionato – hanno 21 punti di vantaggio sulla seconda – che li porterà nella prossima stagione alla seconda divisione nella loro scalata per ritornare al posto che li compete ma i loro tifosi iniziano ad essere annoiati dell’uso (o abuso) di Twitter fatto dai giocatori e ieri, in occasione della partita contro lo Stirix Albion, hanno esposto uno striscione che non si può che sottoscrivere: “Twittate di meno, allenatevi di più”.
L’uso di Twitter da parte dei calciatori ad ogni latitudine è peraltro decisamente superficiale; un appassionato li segue e trova informazioni come “mi sono svegliato e sto andando al campo di allenamento” o poco più ad eccezione dei pochi casi nei quali il cinguettio viene utilizzato per lanciare il sasso e spesso tirare indietro la mano in inutili polemiche. E’ vero che i social media sono il futuro (e anche il presente) della comunicazione ma lo possono essere solo attraverso un uso veramente social e non per eccesso di presenzialismo. Pochissimi gli esempi un utilizzo accorto del mezzo; la redazione di Calciolab, nelle settimane scorse, sottolineò la novita rappresentata dall’allenatore, sempre in terra di Scozia, Neil Lennon che su Twitter discute in modo costruttivo le critiche dei tifosi. Lungi da noi criticare il medium, come sempre il problema non sta nel mezzo ma nell’uso che ne viene fatto.