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Hannah ha bisogno di Joseph forse più di quanto lui abbia bisogno di lei. Si incontrano, le loro solitudini cozzano fragorosamente fino a fondersi ma un terribile segreto avrà ripercussioni gravi sulle vite di entrambi.
Tyrannosaur è l'esordio sulla lunga distanza dietro la macchina da presa di Paddy Considine attore per Sheridan, Winterbottom ma soprattutto noto per il suo sodalizio artistico con Shane Meadows, l'esponente di punta del nuovo cinema sociale inglese.
Nonostante alcuni riferimenti evidenti al cinema di Meadows ma soprattutto a quello del Loach più arrabbiato e virulento, Tyrannosaur si presenta più come un intenso dramma personale che come film di denuncia sociale.
Se è vero che il protagonista Joseph ( un Mullan magnetico, enorme nella sua bravura e nel rendere sgradevole il suo personaggio) rimanda subito al Joe del loachiano My name si Joe, il film poi prende in modo del tutto inaspettato un'altra strada.
Joseph è un personaggio che è sgradevolissimo fin da subito: uccide il suo cane a calci e poi pentendosi, ma forse è solo perchè si sono dissipati i fumi dell'alcool, lo seppellisce amorevolmente, ma proprio per questo è impossibile far scattare un'empatia seppur minima per una bestia del genere, che affoga la sua infelicità nel fondo di un boccale di birra.
Empatia che invece scatena il personaggio di Hannah ( Olivia Colman è magnifica), una donna che suscita quasi tenerezza per il suo candore conclamato e per quello spirito da buona samaritana che tracima in parecchie occasioni.
Forse una valvola di sfogo per fuggire alla follia del marito, un Eddie Marsan bene in parte con quello sguardo che non sai mai come prendere, che mette ancora più paura perchè ostentamente medio, forse anche più mediocre che medio.
Hannah e Joseph non si sono mai incontrati e forse non hanno nulla da spartire insieme.
Eppure si incontrano, in qualche modo si annusano e decidono di trovare conforto l'uno nell'altra.
Non è amore, è qualcosa d'altro ma che potrebbe un giorno trasformarsi in un sentimento ancora più completo, appagante e profondo.
Tyrannosaur è un film bello e terribile, denso di dolore e di emozioni, un film che lacera l'animo e che si ferma lì di traverso nello stomaco (altro che farfalle!) senza voler minimamente accennare ad andarsene.
Dal punto di vista stilistico Paddy Considine sceglie una strada diversa da quella presa dal nuovo cinema sociale inglese: niente cinema veritè, niente camera a mano ma un qualcosa di estremamente levigato e rifinito, un linguaggio cinematografico raffinato in cui sequenze di grande respiro nascondono al loro interno stilettate improvvise di violenza fisica e psicologica proprio quando meno te lo aspetti.
Il tirannosauro condiziona la vita di Joseph anche quando non c'è più: ma forse il vero tirannosauro che quando cammina fa tremare tutto quello che incontra è proprio Joseph capace solo di rompere tutto quello che incontra come il classico elefante , pardon tirannosauro, nella cristalleria.
Ci voleva Hannah per farlo fermare, per farlo tornare a una vita normalizzata.
La stessa che lei per un po' non avrà più in un finale laconico, perennemente in bilico tra una lacrima e un sorriso.
Paddy Considine dimostra il giusto mix di talento ed esperienza: un regista, oltre che un attore, da tenere d'occhio.
( VOTO : 8 / 10 )
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