DISCLAIMER: la Redazione di Umore Maligno si scusa preventivamente per avere trattato in maniera becera e semplicistica un tema delicato come quello del nomadismo. Avremmo voluto proporre un pezzo approfondito, equilibrato e scevro da pregiudizi e luoghi comuni. Purtroppo ce l’hanno rubato.
“Un euro, un euro per mangiare”
La parola italiana zingaro deriva dal greco Atzinganoi e cioè: “Ho due figli piccoli, non ho soldi per sfamare, volere tu aiutare?”
Secondo altri studiosi il termine significherebbe ”intoccabili”, come chiaramente raccomandato dai vivaci colori della pelle.
Oltre alla famiglia estesa, presso i rom esiste la kumpánia, cioè l’insieme di più famiglie non necessariamente unite fra loro da legami di parentela, che si ritrovano spesso in grandi feste (kàciàra).
Parlare di “zingari” è discriminatorio ma, soprattutto, impreciso. Bisogna sempre specificare “di merda”.
Il pregiudizio sui nomadi è spesso infondato e basato su sciocche superstizioni popolari veicolate da chi non ne ha mai conosciuto uno. Ad esempio, posso raccontarvi di un mio vecchio compagno di calcio, Dejan: un ragazzo straordinario, buono, generoso. Mi sembra di vederlo ora, mentre va a riscuotere dal mister il peluche per aver fatto gol.
Una volta una zingara mi lesse la mano per predirmi il futuro. Non ci crederete, ma ci azzeccò. Disse: “Un giorno racconterai che una zingara ti ha letto la mano”.
E non mi si venga a dire che non sono degli impiccioni incredibili: ma che cazzo te ne frega di cosa ho buttato nel cassonetto?
Non sono d’accordo con queste critiche, a mio giudizio gli zingari sono persone serie e responsabili. Per esempio, avete mai visto un Rom timbrare il biglietto dell’autobus? Sarà pure gente che non ha un lavoro ma, per dovere civico, continua a fare l’abbonamento.
“Eddài, un euro, cazzo ti costa, dai!”
A questo punto, visto che tutti piangono perché sono poveri e non hanno lavoro, sfruttiamo questa loro predisposizione naturale e facciamone dei supervisori alla raccolta differenziata. Così li sbolognamo tutti al nord, fra l’altro.
Che poi secondo me non si tratta né di pregiudizio, né di intolleranza razziale. È la lingua che ci frega. Ammettiamolo, i Rom non ci stanno sulle palle perché rubano, puzzano o vanno in giro con quei cazzo di carrellini della spesa che usava mia nonna (poi un giorno è sparito nel nulla). No, ci infastidiscono perché fra loro urlano dei versi incomprensibili e, quando si rivolgono a noi, ci fanno scendere il latte alle ginocchia parlando come mongoloidi. Ecco, diciamolo con chiarezza: noi non odiamo gli zingari. Odiamo i mongoloidi.
Comunque sarebbe sciocco sottovalutare la profondità della cultura e delle tradizioni Rom. Sicuramente la musica gitana è una delle massime espressioni di queste. C’è questo pezzo che va tantissimo, lo conoscono tutti:
“Soooooono una faaamilia poooveraaaa/seeeeeenza casa, seeeenza lavoro/aaiiuuutatemi per favoore…”
Ok, scherzavo, era solo una mendicante. Però un po’ se lo meritano di esser prese per il culo. Davvero credi che facendomi saltare i nervi con una cantilena irritante mi convincerai a darti i miei spicci? Auguroni. Ci credo che rubate, siete incapaci di vendere.
Come quelli con quei cazzo di violini e fisarmoniche. Porca vacca quanto li odio! A parte che salgono sull’autobus e parte il ritornello “Buongiorno tutti, scusatemi per disturbo, buona giornata, buon lavoro, buona pasqua, buon natale, buon” HOCAPITOCAZZO!
Senti, non sai suonare quel dannato strumento, e questo è appurato. Devi comunque raggranellare qualche spicciolo? Allora giocati bene le tue carte, perdio! Usa l’autoironia. L’autoironia funziona sempre. Non andrai mai da nessuna parte con quell’aria tetra da morto di fame che dà anche un po’ fastidio se già sono obbligato a prendere l’autobus perché ho il suv dal carrozziere.
(Ma sto divagando, non hai bisogno di sentire i miei problemi. Voglio dire, mica dobbiamo fare la gara a chi sta peggio, lo so che vinco io, tu non hai casa, non hai soldi, non hai impiego… Un sacco di preoccupazioni in meno, fortunello. Bello passare la giornata sugli autobus a suonare il violino, vero? Piacerebbe anche a me, ma non posso, ho una famiglia da mantenere).
Comunque, si parlava di autoironia. Ecco, prima di cominciare a suonare fatti un bel cartello, come i barboni professionisti, con scritto “Mi servono soldi per il corso di violino”. Oppure “Smetto in cambio di soldi”.
L’economia degli zingari negli ultimi anni sta subendo una grave crisi. Il dato è direttamente proporzionale al diffondersi delle rotatorie.
Il popolo degli zingari ci ha regalato personaggi molto famosi, come ad esempio Zlatan Ibrahimovic. Ma anche degli autentici pezzi di merda, come ad esempio Zlatan Ibrahimovic.
Adolf Hitler sarà ricordato per le centinaia di migliaia di Rom e Sinti mandati a morte. Ma anche per i suoi errori.
Parlando di cultura nomade come non ricordare Khorakhanè, l’indimenticabile ballata di De André che ci fece comprendere come sia facile provare empatia per gli zingari. Vivendo in Sardegna.
Se fossi uno zingaro mi domanderei il perché nessuno mi sopporta. Certo, se lo fossi, non è detto che capirei la domanda.
Il cuore, si sa, è uno zingaro. Non a caso l’altro giorno m’è venuto un infarto.
Ucciderei tutti quelli che se la prendono con gli zingari. Sono uno zingaro.
“E dammi un euro, porcamadonna! Sei più taccagno di Moratti!”