U pisci feti da testa e la testa è Roma.

Creato il 23 ottobre 2012 da Malpaese @IlMalpaese

«Ci vuole l’antitetanica a districarsi tra le vicende siciliane»  scriveva qualche settimana fa in un articolo sul Foglio il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, ma a ben vedere ci vuole qualcos’altro di più forte per affrontare le vicende siciliane. Il 22 ottobre , il candidato alla Presidenza,  Nello Musumeci se ne esce con questa frase: “Pds-Mpa ha mollato Miccichè e sta facendo votare Crocetta”. A meno di 6 giorni dalle elezioni, anche Musumeci ha capito la strategia di Lombardo. C’è voluto un po’ di tempo, ma meglio tardi che mai. Eppure è da settembre che si parla del presunto patto tra Lombardo e Crocetta, d’altra parte chi mastica un po’ di politica ,aveva capito fin da agosto la trama di Don Raffè. Per capire la gattopardiana situazione politica siciliana , possiamo riformulare un antico detto. In Sicilia spesso si dice : “ U pisci feti ra testa”. Possiamo, tranquillamente, dire che è vero. U pisci feti da testa e la testa è a Roma.  D’altronde il tritolo per Borsellino arrivò dal ”continente”. Gli spostamenti di Falcone furono tracciati da Roma. La Sicilia è un serbatoio di elettori. Chi controlla il pacchetto di voti controlla la politica nazionale. E’ successo con Andreotti e il suo referente Lima. Più tardi vi furono 61 seggi su 61 assegnati a Forza Italia. Una percentuale imbarazzante persino per i borboni. La Sicilia è il banco del Parlamento italiano, la nostra  regione è ultima per reddito pro capite. Il valore del siciliano è nell’urna. La Sicilia è stata sempre considerata, dai partiti di ogni colore, come laboratorio e i siciliani usati come cavie per i loro esperimenti. Andiamo per ordine. Chiunque vincerà le elezioni, difficilmente avrà una maggioranza. Per prima cosa cerchiamo di spiegare come funziona la nostra legge elettorale. Innanzitutto  ricordiamo che i deputati regionali sono 90 (un record): 80 vengono eletti su base proporzionale tramite le liste provinciali in cui è ripartito il territorio siciliano. La ripartizione di questi seggi avviene con una soglia di sbarramento del 5% (una delle più alte in Italia) e con l’uso del quoziente di Hare. Per quanto riguarda gli altri dieci:  1 viene assegnato al neo-presidente e 1 al secondo più votato. Gli altri 8 fanno parte del “listino” del presidente eletto e vengono assegnati alla lista più votata, ma solo a patto che questa non superi i 54 seggi. La legge elettorale prevede infatti che nessuna lista possa avere più di 54 seggi, e nel caso li superi i restanti vengono assegnati alle altre liste, come accaduto nel 2008 quando la lista Lombardo ottenne 61 seggi nel proporzionale. Vista la frammentazione politica, e considerata la competitività dei candidati, è molto probabile che la nuova maggioranza non raggiunga i 46 seggi. L’accordo post –elettorale è , come direbbe Bersani a proposito dell’accordo con l’UDC, “ nella logica delle cose”. E qui torniamo a Roma. Se ricorderete Era il 10 agosto quando Gianfranco Miccichè, invece di andare a mare, scoprì che il 28 ottobre la Sicilia sarebbe andata ad elezioni e decise di candidarsi. Passarono 10 giorni , cambiò idea e candidò Nello Musumeci. Dopo di chè decise di abbandonare Musumeci e si ricandidò alla presidenza della regione Siciliana.  La rottura con Musumeci  è avvenuta solo dopo lunghe telefonate fra Micciché, Casini e Fini e dopo un incontro fra Lombardo e il presidente della Camera. Gianfranco Micciché infatti, non nega i contatti avuti con Casini e Fini ma non ne rivela i contenuti: “Mi dispiace, di quello non parlo… Dico solo che le convergenze con Crocetta, se ci saranno, potranno emergere anche prima del voto”. Sebbene non ho prove certe di questo del patto, possiamo tranquillamente ipotizzare che Il leader di Grande Sud e raffaele Lombardo avrebbero raggiunto un’intesa con Fini e Casini per ottenere posti in lista nelle prossime elezioni nazionali. Ma FLI è abbastanza debole in Sicilia, ed ecco che allora Raffaele Lombardo decide di soccorrere FLI e riempie le liste del partito di Fini di suoi uomini, come Bonomo, Reale ecc.  Alla fine  tutti stanno per salire sul carro di Crocetta, il carro dei vincitori. D’altra parte, tutti quelli che fino a oggi hanno sostenuto Lombardo, come Lumia , Cracolici, Raya del Pd, sono già saliti sul carro del vincitore e insieme a loro anche Leanza, braccio destro di Lombardo ora nel listino di Crocetta,  Massimo Russo (ex assessore di Lombardo ora con Crocetta). E non dimentichiamo anche Anthony Barbagallo, ex sindaco Mpa di Pedara, e Beppe Spampinato, ex assessore regionale alla Famiglia, oggi stanno con Crocetta. Lombardo ha sguinzagliato i suoi uomini dovunque, dal PD a FLI. Non si muove foglia che Don Raffè non voglia.

Francesco Migliore



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