Delinquente col vizio del gioco, Bobby Cooper (Sean Penn), deve andare a Las Vegas per restituire diverse migliaia di dollari a un boss della mafia russa, che già gli ha fatto amputare due dita della mano come avvertimento. Avrebbe anche i soldi, Bobby, ma il fatto è che la sua Mustang gli gioca un brutto scherzo: un guasto al motore lo costringe a fermarsi nella desolata cittadina di Superior, in mezzo al deserto dell’Arizona. Dopo aver incontrato la conturbante Grace (Jennifer Lopez), non gliene va una giusta.
Tratto dal romanzo Come cani randagi di John Ridley (che si è occupato anche della sceneggiatura), U-Turn comincia ad alta velocità ma deve subito fermarsi di fronte al niente del deserto americano. A Superior tutto sembra impossibile, anche semplicemente andarsene via; e il protagonista (dipinto da uno Sean Penn specialista nell’incarnare personaggi maledetti) se ne accorge presto. C’è più di qualche strascico di Natural Born Killers in questa sorta di thriller su sfondo western, senza poi dimenticare l’umorismo nero che pervade la pellicola. Film imperfetto di un maestro degli eccessi come Oliver Stone, anche se la galleria di freak è notevole: dall’incestuoso e avido Jake (Nick Nolte) al disonesto e sporco meccanico Darrell (un irriconoscibile Billy Bob Thornton), dal vagabondo cieco (Jon Voight) al facinoroso Toby (Joaquin Phoenix). Per Jennifer Lopez (che interpreta una nativa americana) è il ruolo al cinema forse più sexy di sempre, un paio di anni prima di sfondare come cantante. Musiche di Ennio Morricone, nelle quali si può rintracciare evidenti assonanze con quelle composte per Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.