Canonical in questo modo affianca le due versioni LTS, server e desktop, per quanto riguarda il ciclo di supporto.
In questo modo l’azienda di Shuttleworth cerca di diventare una scelta appetibile per un’azienda che vuole rinnovare il suo software praticamente a costo zero, avendo però la certezza di avere aggiornamenti e patch di sicurezza, più o meno per tutto il ciclo vitale sia del software stesso che dell’hardware su cui è installato.
La versione LTS è fondamentale per Ubuntu, soprattutto in ambito server, visto che circa il 70% delle installazioni sono di tipo LTS. Da questi numeri possiamo capire il perché di tanta importanza per un rilascio LTS.
Canonical continua a rispettare l’ordine delle lettere dell’alfabeto sia nell’aggettivo che nel nome dell’animale preso in considerazione per rappresentare la prossima distribuzione: questa volta è stato scelto il nome di Precise Pangolin.
I pangolini (gen. Manis, Linnaeus, 1758), conosciuti anche come formichieri squamosi, sono gli unici mammiferi viventi a rappresentare l'ordine dei Folidoti.
Nelle vecchie classificazioni, i pangolini erano ritenuti essere forme particolari di sdentati (Edentata), gruppo che comprendeva anche gli armadilli, i formichieri e i bradipi.
Recenti evidenze basate su prove genetiche, comunque, indicano che i più stretti parenti viventi dei pangolini sono i membri dell'ordine dei Carnivori, con i quali formano il clade Ferae all'interno del vasto superordine Laurasiatheria.
La proposta di classificare i pangolini nell'ordine (o superordine) dei Cimolesti, che comprende molti gruppi estinti come i Pantolesti e i Pantodonti, anch'essi appartenenti a Ferae, non è stata accolta dalla maggioranza degli autori. Pertanto, nella classificazione qui adottata i Folidoti sono considerati un ordine a sé stante.
Il genere comprende le seguenti specie:
Manis culionensis - pangolino delle Filippine
Manis gigantea - pangolino gigante
Manis temminckii - pangolino di Temminck
Manis tricuspis - pangolino tricuspide o pangolino arboreo
Manis tetradactyla - pangolino dalla coda lunga
Manis crassicaudata - pangolino indiano
Manis pentadactyla - pangolino cinese
Manis javanica - pangolino del Borneo
Questi animali hanno il corpo ricoperto da scaglie cornee costituite di cheratina che, sovrapponendosi l'una all'altra, vanno a formare una sorta di "corazza a piastre". Solo il ventre, la parte interna delle zampe, il muso e le parti laterali del capo sono scoperti. La corazza è costruita in modo da permettere all'animale di appallottolarsi se spaventato. Le scaglie sono affilate e possono essere usate (in particolare quelle della coda) come armi. I piccoli pangolini possiedono scaglie morbide, che si induriscono quando l'animale matura.
Il pelo è presente nelle zone libere dalle scaglie e nelle specie asiatiche anche negli interstizi tra le scaglie.
Gli artigli anteriori dei pangolini, usati principalmente per scavare, sono estremamente lunghi e costituiscono un impedimento quando l'animale cammina sul terreno. La coda è lunga e in alcune specie prensile e serve anche da contrappeso per il corpo appesantito dalla corazza. Gli occhi sono piccoli e solo le specie asiatiche hanno orecchi esterni. La vista e l'udito deboli sono compensati da un olfatto sviluppatissimo.
La lunga lingua, adatta alla cattura di formiche e termiti, non è collegata all'osso ioide, ma, analogamente a quanto accade, per un fenomeno di convergenza evolutiva, nel formichiere gigante, proviene dalla cavità toracica. I pangolini sono completamente sprovvisti di denti. Una funzione trituratrice è svolta dallo stomaco, che per muscolatura e rivestimento interno ricorda il ventriglio degli uccelli. Per aiutare la triturazione spesso sono ingoiati sassi.
La taglia dei pangolini varia da specie a specie, ed è compresa tra i 30 e i 100 centimetri di lunghezza. Le femmine, generalmente, sono più piccole dei maschi.
fonte: Wikipedia
Rhythmbox sarà il player di default di Ubuntu 12.04? Potremmo essere di fronte ad un nuovo capitolo del lungo confronto che vede contrapporsi Rhythmbox e Banshee per il ruolo di player audio di default in Ubuntu: Banshee aveva infatti spodestato Rhythmbox in occasione del rilascio di Ubuntu 11.04 ma quest’ultimo potrebbe tornare ad occupare il suo posto in Ubuntu 12.04 LTS.
I fautori del ritorno di Rhythmbox sostengono infatti che questo sia più adatto ad un rilascio Long Term Support per il fatto di disporre già di una interfaccia GTK3 e di essere già presente nella precedente versione LTS di Ubuntu.
A giocare contro Banshee, inoltre, ci sarebbero alcuni problemi legati all’esecuzione su architettura ARM ed i dubbi riguardanti la fattibilità di un supporto lungo almeno tre anni. Nel caso Rhythmbox dovesse riprendersi il suo posto, gli sviluppatori di Ubuntu dovranno integrare il player con Unity e provvedere al port dell’Ubuntu One Music Store.
Come accaduto con Thunderbird, molto probabilmente, la decisione finale sulla scelta del player audio di default verrà presa nei prossimi mesi.
fonte: OneOpenSource
Il nuovo Ubuntu Software Center.
Anche se in Ubuntu 11.10 sono stati apportati molti miglioramenti al centro d’installazione del software, infatti, le migliorie non sono affatto finite; secondo gli sviluppatori i traguardi della prossima versione sono essenzialmente tre: che sia solido come una roccia, reattivo, e che sia un vero piacere usarlo.
Molto interessante, insieme a queste proposte, l’idea di rendere il Software Center espandibile tramite plugin: sull’uso di questi sono state tirate in ballo molteplici idee, e una in particolare ha ottenuto risalto, ossia quella di un’estensione che permetta di creare un bundle di programmi da salvare in una pendrive, così dando la pen drive al nostro amico questo può installare i software direttamente dalla penna USB. Come ovvio, sarebbe un modo interessante di supplire alle difficoltà sull’installazione del software in assenza di connettività.
Si pensa inoltre all’introduzione di un listato di applicazioni suggerite, come viene fatto già in Android Market e in App Store di Apple. Molti dei cambiamenti di cui si è discusso tuttavia sono già in corso di applicazione, come un refactoring del codice per rendere Ubuntu Software Center sempre più reattivo al boot e mentre vengono installati dei pacchetti.
Da dei test fatti tra la versione presente in Ubuntu 11.10 e una build di test rilasciata in questi giorni, le cifre si attestano sugli 11 secondi di boot per l’attuale programma, mentre il nuovo Software Center esegue il proprio startup in circa 2 secondi.
fonte: OneOpenSource Rifinitura del Display Manager LightDM.
Dall’introduzione di LightDM come gestore predefinito delle sessioni al posto di GDM ci si aspettava davvero molto più anche per assecondare la tanta pubblicità che gli era stata fatta. Non è stato così per Ubuntu 11.10 che ne ha visto una implementazione classica ma c’è spazio per migliorare.
Tra le nuove caratteristiche del Display Manager si sta discutendo sul miglioramento di alcuni particolari che riguardano gli effetti di trasparenza e l’aspetto generale del tema e delle finestre avviate dal LightDM che non risultano coerenti con il resto del desktop.
Tra le migliorie che ci si aspetta per LightDM spiccano proposte come:
- background personalizzati in base all’utente selezionato;
- menù e sottomenù trasparenti nella selezione della shell da utilizzare o delle opzioni aggiuntive;
Durante la sessione “Meet Ubuntu Desktop Designers” gli sviluppatori di Unity hanno espresso chiaramente che non c’è nessuna intenzione volta a rendere poco personalizzabile la shell Unity e anzi che ci sono già dei programmi in vista per sopperire a queste esigenze.
Poco e niente è stato fatto fin’ora al riguardo perchè “come in tutte le cose ci sono delle priorità e per Ubuntu 11.04 e 11.10 c’erano compiti più importati da portare a termine” secondo quanto riferito proprio dai responsabili.
Tra le priorità per il prossimo rilascio ci sono una serie di miglioramenti della gestione delle finestre e degli spazi su Unity ma è sicuro che da Ubuntu 12.04 in poi si avranno a disposizione gli strumenti di configurazione basilare per la shell e le azioni del desktop.
fonte: Ubuntu Linux
Roadmap.
Alpha 1 - 1 Dicembre 2011
Alpha 2 - 2 Febbraio 2012
Beta 1 - 1 Marzo 2012
Beta 2 - 29 Marzo 2012
Release Candidate - 19 Aprile 2012
Ubuntu 12.04 LTS - 26 Aprile 2012
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