I grandi fiori degli Uccelli del paradiso
Gli Uccelli del paradiso sono il nome comune delle Strelitzie reginae, piante sempreverdi perenni che fanno parte del genere Strelitzia, originario dell'Africa meridionale. Le Strelitzie hanno dei fiori vistosi con petali cuneiformi raggruppati in grosse brattee, foglie oblunghe e un apparato radicale voluminoso, talvolta rizomatoso. Questa pianta, spesso coltivata a uso ornamentale, ama il clima mite e soleggiato, con esposizione diretta ai raggi solari e frequenti innaffiature. Il genere Strelitzia comprende 5 specie i cui fiori sono un aspetto caratteristico: la Strelitzia augusta ha una brattea color porpora scura che racchiude la splendida corolla di petali bianchi, mentre la Strelitzia parvifolia ha foglie con lamina più piccola e fiori blu e gialli. La Strelitzia nicolai raggiunge i 7 metri di altezza e ha foglie simili a quelle del banano, con fiori dalla forma che ricorda il becco di un airone, color porpora e blu scuro. Anche le brattee della Strelitzia reginae somigliano alla testa di un uccello, con steli fiorali alti anche più di un metro di un color verde che sbiadisce per divenire porpora.
L'accrescimento e la moltiplicazione di Strelitzia reginae
Gli Uccelli del paradiso hanno fiori con sepali color giallo arancio e tre petali azzurro – viola saldati fra loro a formare una singolare composizione cromatica, resa ancora più appariscente dalla forma bizzarra di tutto l'apparato fogliare e fiorale. L'Uccello del paradiso ha foglie lucide ovali verde scuro lunghe 30 - 40 cm e può crescere fino a 120 cm di altezza. Questa specie di Strelitzia ha bisogno di un terreno concimato da letame molto maturo, arricchito con sabbia per favorire un costante drenaggio dei liquidi stagnanti, deleteri per la salute della pianta. La Strelitzia fiorisce da ottobre a maggio, e quando è giunta a maturazione non deve essere rinvasata, perché ciò potrebbe compromettere la fioritura. In questo caso è necessario sostituire solo lo strato superficiale del terreno ( 2,5 – 5 cm) e continuare a concimare la pianta. Se si intende far crescere nuovi esemplari occorre porre in una terrina riempita di composta specifica per semi, i cespi produttivi prelevati in precedenza dalla pianta disotterrata, e sistemarli nel nuovo terreno con cura. L'operazione va eseguita tra marzo e aprile, tenendo il terreno ad una temperatura di 18°-20°.
Gli Uccelli del paradiso: clima ideale e cure ordinarie
La Strelitzia reginae è una pianta che non ama il freddo, ma neppure il caldo torrido, infatti la temperatura ideale non deve superare i 18° di estate ed essere inferiore ai 10°-15° d'inverno. Le esigenze climatiche di questa pianta ne rendono a volte difficoltosa la coltura in ambienti diversi dalle serre, anche perché per gli esemplari di 5 – 6 anni di età è tassativo il rispetto delle indicazioni citate, poiché la fioritura è in piena fase di sviluppo. Gli Uccelli del paradiso devono essere esposti a luce solare diretta ma non troppo aggressiva, innaffiati ogni 6-7 giorni idratando bene l'intero volume del terreno, ma lasciando, tra una innaffiatura e l'altra, che l'acqua venga assorbita completamente dall'apparato radicale: non deve mai essere presente acqua nel sottovaso. Ogni mese la pianta deve essere rinforzata con concime ricco di potassio e fosforo, e in autunno con fertilizzanti poveri di azoto. Questa delicato esemplare di Strelitzia può essere accostato ad altre piante a foglia pennata, piante grasse e arbusti di media grandezza, per creare una composizione esotica, oppure divenire da sola un allegro punto di colore nel giardino.
Malattie e parassiti di Strelitzia Reginae
Gli Uccelli del paradiso sono soggetti all'attacco di funghi e parassiti: sulle radici, sulle foglie e sui fiori. Se la pianta ha un aspetto debole, foglie ingiallite e crescita lenta rispetto alla norma, è bene tirarla fuori dal terreno per analizzarne le radici. Se sono di colore bruno e marce, si tratta di Phytophthora spp. , un parassita che attecchisce in seguito a sovrabbondanti innaffiature: in tal caso si recidono le parti di radici interessate - da trattare con un funghicida in polvere ad ampio spettro - e dopo aver fatto asciugare la terra, si reinterra la pianta e si aspetta un po' prima di innaffiarla, per favorire la cicatrizzazione delle radici. Stesso trattamento quanto la pianta ha macchie marroni – gialle, segno della muffa Botrytis o del parassita Alternaria. Quando invece le infiorescenze presentano macchie brune circondate da una sostanza gommosa, occorre applicare sulla parte dei funghicidi, mentre se le macchie sono di colore più scuro e confluiscono talvolta con aree necrotiche più ampie, siamo di fronte all'attacco di Pseudomonas: occorre recidere subito la foglia e la parte di fiore interessati, per evitare di infettare il resto della pianta.