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Ucci Ucci sento odor di cristianucci

Da Hombre @LaLineadHombre
Ucci Ucci sento odor di cristianucciIo non sono cattivo, son favole.
Certo posso capire che a vedermi non la faccio una gran bella impressione. Sono grosso, che devo fare? Un gigante, dicono.
Sudo nei campi del barone, ho mani larghe come padelle e callose, indurite dal lavoro e screpolate dal sole, ho un faccione squadrato e aspro scolpito dal vento gelato.
Ma nessuno ci ragiona che anche il mio cuore è grande, è un proporzionato cuoricione caldo, anche se accartocciato attorno a quella
spina che ha trafitto il desiderio più grande.
Io non sono cattivo, credetemi.
Amo mia moglie, la vecchia Helga, una donnona par mio, buona come il pane e rubizza che ti mette allegria, anche se il cielo non ha voluto premiarci con il dono di una creatura tutta nostra.
Amo mia moglie e quella deliziosa minestra d'avena che mi prepara, una zuppa zuppa di sentimento e capace di rinfonderti energia e spingerti di nuovo in vigna o a far legname.
Certo che la culla intagliata nel tronco d'acero è rimasta vuota, sta lì ed è una pena. Dovrei distruggerla, dovrei cacciarla nel fuoco e utilizzarne la brace per arrostirci una lepre o un capretto, ecco cosa dovrei fare.
Magari, se non fossi vegetariano.
Io non sono cattivo e non li mangio i bambini.
Poi, da quando ha iniziato a venir su Giacomino, abbiamo cominciato questo gioco, quasi per caso, e ora non possiamo più farne a meno.
Helga e io ci capiamo senza parlare, è bastato l'occhiolino e l'ammiccamento ai piedini dietro la tenda, sono entrato in casa sbattendo gli scarponi sulle assi del pavimento e facendo il vocione più profondo che potevo:
- Ucci Ucci - ho urlato mentre tiravo su rumorosamente col naso.
- Ucci Ucci, sento odor di cristianucci!
Mi scappa da ridere a pensarci, il mio odorato è defunto da un pezzo, s'è suicidato dopo tutti questi anni passati a concimare, a raccogliere le biche di vacca e a ripulire il pollaio. Ho imparato a inspirare a piccoli spruzzi, a tirar su brevi refoli d'aria nelle narici contratte proprio per non sentirli gli odori, figuriamoci se avrei potuto percepire quello di Giacomino.
Vedere la tenda che tremava e far finta di volerlo divorare è stato ganziale, come dice lui.
E gli piaceva eccome, farsi beccare nel nascondiglio quando gli cacciavo un "BU" e scappare a gambe levate mentre io fingevo di avvicinarlo e poi inciampavo o frenavo sfinito senza mai riuscire ad acchiapparlo.
- Ucci Ucci, sento odor di cristianucci. Cristosanto che bellezza, ma come t'è venuta? - mi fa Helga versandomi una sontuosa minestra di fagioli nel piatto - Ucci, Ucci... sei un grande.
- È il mio animo poetico - le fo - Helga, amore.
Sorrideva, seduta accanto a me, incantata a guardarmi e abbagliata di un amore per me che non riesco ancora a spiegarmi. La mia Helga.
Dopo, Giacomino ha avviato a portare gli amici, piccoli, anche loro non che avessero molte possibilità di distrarsi dalle loro vite grame e venire da noi a giocare a Ucci Ucci era il massimo che si potevano permettere.
Non ce la facevano a rimpiattarsi tutti dietro alla tenda e ho cominciato a trovarli nella cassapanca, sotto al tavolo, nella madia, uno s'era calato persino dentro al paiolo.
- Sento odor di cristianucci - urlavo, e Helga che mi reggeva la parte:
- Ma no, cosa dici? Sarà la tua minestra di farro.
Ah, il farro! Ve l'ho detto che adoro il farro? Santiddìo, adoro il farro. Camperei di farro.
È andata così che l'abbiamo guasi dimenticata la nostra pena grande e quando ci guardiamo negli occhi, io e Helga, con la casa fitta di bimbetti nascosti, scopriamo che non è male nemmeno così.
Io non sono cattivo ma poi, sapete, capita di perdere una dannata guerra e che, al solito, la storia la scrivano i vincitori.
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Questo testo partecipa all'EDS sniff sniff come anche:
S. Sebastiano - Dario
Terre lontane - Melusina

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