Capita, a volte, di ascoltare notizie tanto drammatiche da sembrare irreali, impossibili.
Tredici ragazzi sono stati uccisi, lo scorso 12 gennaio, per aver guardato in televisione la partita di calcio della nazionale irachena contro la Giordania, nella coppa d’ Asia in corso in Australia. Il gruppo sarebbe stato trucidato in piazza a Mosul, Iraq, da miliziani Islamisti dell’ IS.
Football bullet. Photocredit: Vittorio Sancipriano.
Non ci sono fonti in grado di confermare l’autenticità dei fatti: la notizia è stata diffusa da un gruppo di attivisti siriani anti-ISIS. Precisamente, il fatto è stato divulgato dal sito ”Raqqa is being slaughtered silently’‘ (traduzione letterale: ”Raqqa viene massacrata in silenzio”), un portale in lingua inglese che trasmette contenuti violenti ed espliciti sulla drammatica situazione della città di Raqqa, al fine di sensibilizzare l’ Occidente riguado alle atrocità di cui è accusato il califfato.
In accordo con fonti irachene non definite, i genitori non sarebbero stati in grado di avvicinarsi a prelevare i corpi dei figli morti, per paura di essere uccisi a loro volta. L’accusa, ribadita al megafono dalle milizie subito prima della strage, è di aver violato la sharia.
I fatti appena raccontati non hanno ancora trovato alcuna conferma, se non nella diffusione da parte di numerosi siti arabi e occidentali.
Tags:calcio,Giordania,iraq,IS,ragazzi,Raqqa,svaria