La notizia è di quelle che potrebbe far esultare la gente, così come sta accadendo negli Stati Uniti: Osama bin Laden è stato ucciso.
Il ricercato numero uno al mondo, il simbolo del terrore, l’uomo che ha incarnato il Male a partire dalla terribile strage del settembre di 10 anni fa a New York, è morto.
Certo che è proprio strano il destino delle persone e sono strani anche i mille incroci tra vita, morte e carriere politiche e militari.
Dieci anni fa l’attacco alle torri gemelle, il mondo sconvolto dalle immagini degli aerei che si schiantano contro il WTC. Bush junior dichiara guerra ad Al Qaida e parte la caccia a Bin Laden.
Iniziano scontri militari nella zona tra Afghanistan e Pakistan alla caccia del ricercato numero 1.
La superpotenza americana ci ha messo solo 10 anni per arrivare a catturare Osama.
Nel corso degli anni è stato dimostrato che, volendo, con i satelliti che viaggiano nello spazio, possono essere rintracciate persone con un range d’errore di qualche metro. E’ stato dimostrato che possono trovare chiunque, ovunque. Tranne Bin Laden.
Ora, iniziata la guerra contro la Libia che ha messo in cattiva luce un po’ tutti i presidenti coinvolti nell’operazione, ecco che la popolarità di Obama scende drasticamente. Serviva un colpo d’effetto per tornare in auge ed eccolo arrivare. Bin Laden è stato ucciso.
È stato ucciso con un colpo di arma da fuoco alla testa. Osama Bin Laden è stato «terminato» – questo il temine utilizzato per comunicare l’uccisione del capo di Al Qaeda.
Giustizia è stata fatta? Io non credo proprio.
Altra grande, grandissima perplessità.
Guardate la foto qui sotto:
L’immagine di sinistra è stata presa da qualche parte, qualche anno fa. Quella di destra dovrebbe essere quella di ieri/oggi, dopo l’uccisione. Notate qualcosa di strano?
Vi aiuto io.
La diagonale del volto è la stessa. Strano che in due scatti differenti, la posizione sia uguale.
Così come l’apertura della bocca, la posizione dell’orecchio e la stessa piega della guancia. La prima foto, di destra, dovrebbe essere del 2006. L’altra di ieri/oggi.