Con un sorprendente 7 per cento dei consensi entra a sorpresa alla Verkhovnaja Rada il Blocco d’Opposizione dell’ex vicepremier Yuriy Boyko, una coalizione comprendente tutti gli schieramenti collegati con il Partito delle Regioni del deposto presidente Viktor Yanukovic. Al quinto posto si classificherebbe il Partito Radicale dal nazionalista Oleg Lyashko con oltre il 6 per cento, avanti di pochissimo agli ultranazionalisti del partito di estrema destra Svoboda.
Con poco più del 5 per cento dei voti entra in Parlamento anche Batkivshchyna, lo schieramento dell’ex premier e leader della Rivoluzione Arancione Julija Timoshenko, che ha impostato la sua campagna elettorale sulla convocazione di un referendum nazionale per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO e per l’imposizione di sanzioni contro la Russia.
Dunque saranno sette i partiti politici ad avere rappresenza in Parlamento, che avrà un volto molto più nazionalista rispetto a quello precedente: la maggioranza comunque sarà composta da schieramenti filo-occidentali che dovrebbero garantire a Poroshenko il sostegno per le politiche. Il condizionale è d’obbligo, poichè l’elevato consenso ottenuto dal Fronte Popolare obbligherà i moderati del partito del Presidente a relazionarsi con i nazionalisti di Yatsenyuk.
A differenza di quest’ultimo, Poroshenko è un uomo di pace. Ma in un Paese che ha rafforzato il parlamentarismo a scapito del presidenzialismo, e dove più di un terzo dei deputati è antirusso, i tentativi di dialogo nei confronti di Mosca potrebbero subire una battuta d’arresto, nel caso probabile della conferma a premier di uno Yatsenyuk forte del consenso elettorale ricevuto.