6 DICEMBRE – Si è svolto a Vilnius nelle giornate del 28 e 29 novembre il terzo Eastern Partnership Summit, durante il quale sono stati chiamati a confrontarsi i sei membri dell’accordo, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina, con i rappresentanti della vicina Unione Europea. Il summit nasce quattro anni fa dall’impegno che la Lituania, Presidente del Consiglio Europeo, ha voluto assumere per avvicinare e rendere più solidi i contatti con le vicine nazioni della cosiddetta Europa dell’Est. La partnership nel corso degli anni ha raggiunto diversi punti di accordo, in particolare dal punto di vista economico (la creazione di una Free Trade Area ad esempio con Ucraina, Georgia, Moldova e Armenia) e quello giuridico-burocratico, come la facilitazione dell’iter per l’ottenimento del visto per chi proviene dagli stati membro dell’accordo.
Il summit ha quest’anno un impatto non indifferente, visti gli ultimi avvenimenti politici che hanno visto protagonista l’Ucraina. “Le notizie dall’Ucraina sono deludenti. Abbiamo preso nota della decisione del governo ucraino, ma chiediamo più chiarezza – commenta Linas Linkevičius, ministro degli Affari Esteri lituano. – Anche se la decisione divenisse definitiva, non caleremo il sipario sui risultati raggiunti finora.” La decisione del premier ucraino Mikola Azarov cui fa riferimento Linkevičius è quella di sospendere la preparazione della firma dell’accordo di associazione con la UE. ”La scelta – ha detto Azarov – è stata difficile, ma era l’unica opzione possibile data la situazione economica del Paese”, la quale, sempre secondo quanto affermato da Azarov, è dovuta alla richiesta del Fondo Monetario Internazionale di aumentare il prezzo per il gas e di congelare salari e pensioni, in cambio della concessione di un nuovo finanziamento.

Intanto a Vilnius, nei giorni immediatamente precedenti al Summit, sempre Linkevičius ha ricordato che “l’Ucraina rimane un membro importante dell’accordo. A Vilnius cominceremo con la firma da parte di Georgia e Moldova, ma risponderemo a tutti i partner che esprimeranno il loro desiderio di avvicinarsi all’Unione Europea”.

L’Unione Europea non sbaglia mostrandosi aperta verso i propri vicini, ma, forse, prima di raggiungere una conversazione alla pari con questi, dovrebbe assicurarsi che essi siano liberi dal giogo di un padre-padrone che, pur passati più di due decenni dal 1991, non si rassegna all’idea che i suoi figli abbiano ormai raggiunto la maggiore età.
Martina Napolitano
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