Le nuove sezioni della nuova dottrina però non riguardano solo la minaccia proveniente dall’allargamento della NATO e dalla conseguente militarizzazione dei suoi confini orientali in Polonia e nelle Repubbliche baltiche. Nel documento si parla anche degli interessi nazionali russi nella regione artica che necessitano di tutela, della minaccia di destabilizzazione dei paesi confinanti con la Russia o suoi alleati, e del dispiegamento di truppe straniere in tali nazioni come una minaccia alla sicurezza nazionale.
Sul fronte interno, la Russia deve fare i conti con i rischi di “azioni volte a un cambiamento violento dell’ordine costituzionale russo, a destabilizzazare il contesto politico e sociale, creare disorganizzazione nel funzionamento degli organi governativi, in strutture civili e militari cruciali e nelle infrastrutture di informazione”, enuncia la dottrina. Tra le minacce tradizionali che la Russia deve affrontare vengono ovviamente menzionati l’estremismo e il terrorismo islamico, la proliferazione delle armi di distruzione di massa e di tecnologie missilistiche, e le azioni di servizi segreti stranieri.