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Ucraina. Picchiata brutalmente giornalista pro-Ue; in centinaia protestano a Kiev

Creato il 26 dicembre 2013 da Giacomo Dolzani @giacomodolzani

Chornovil_Tetyanadi Giacomo Dolzani

Continuano le proteste nella piazza di Kiev. Dopo il brutale pestaggio, avvenuto la notte del 24 dicembre per mano di ignoti (almeno ufficialmente), ai danni di Tetyana Chornovil, giornalista della testata ucraina Ukrainska Pravda, che in passato ha spesso scritto articoli nei quali si diceva favorevole all’entrata del suo paese nell’Unione Europea criticando, anche aspramente, il presidente Viktor Yanukovich, il quale ha orientato l’Ucraina su posizioni filo-russe.
Centinaia di persone stanno infatti ancora manifestando nella capitale, raccolte di fronte al ministero degli Interni, chiedendo le dimissioni del ministro Vitaliy Zakharchenko; molti dei contestatori tengono in mano le foto, pubblicate sui giornali, in cui è ritratta la faccia della Chornovil prima e dopo l’aggressione, in cui si possono vedere le ferite causate dal brutale pestaggio: mentre era alla guida della sua auto nelle strade di Kiev infatti è stata fermata da due uomini che, dopo averla costretta a scendere, la hanno picchiata causandole gravi lesioni su tutto il corpo ed un trauma cranico.
Alle proteste di gran parte dei paesi occidentali, degli Stati Uniti, dell’Ue e dell’Osce, si aggiunge anche la voce di Yulia Timochenko e del suo partito, il Batkivchtchina, che hanno già accusato il Governo e la polizia di essere i mandanti di un atto che è una palese intimidazione nei confronti della stampa, soprattutto di quella schierata a favore dell’ingresso dell’Ucraina nella Comunità Europea, benché di mandanti ed esecutori ancora non si conosca (e probabilmente non se ne conoscerà mai) il nome.
Al ‘No’ del presidente Yanukovich alle trattative per l’adesione all’Ue è seguita infatti un’ondata di proteste, appoggiate anche da molti media, che ha visto folle oceaniche manifestare nelle piazze di tutto il paese a favore del dialogo con Bruxelles, ma il paese ex sovietico, a causa degli enormi debiti contratti con gli istituti di credito russi e per la sua dipendenza da Mosca per le forniture di gas, ha un cappio attorno al collo che lo obbliga ad aderire all’Unione doganale a guida russa, rinunciando obbligatoriamente alle sue ambizioni europee.

da Notizie Geopolitiche



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