Continua senza sosta la guerra civile nell’Ucraina dell’est, e la pace sembra un miraggio sempre più lontano. Lungi dal trovare un accordo che stabilisca quantomeno una tregua, infatti, esercito ucraino e separatisti hanno intensificato gli scontri a Sloviansk e nelle città vicine.
Arsen Avakov, ministro degli Interni ucraino, ha scritto su FB che “la situazione è in una fase offensiva attiva. Lo scontro a fuoco è molto intenso. Nella zona di Semionovka, alle porte della città, proiettili dei lanciagranate dei ‘terroristi’ hanno impattato contro i nostri blindati, che hanno resistito”.
L’esercito ucraino ha infatti attaccato pesantemente Sloviansk, invadendola con colonne di tank e blindati e sparando senza sosta contro i filo-russi. Non solo: secondo Avakov, i militari hanno distrutto varie roccaforti innalzate dai ribelli alle porte della città e raso al suolo le loro postazioni di controllo.
Il ministro ucraino ha poi invitato gli abitanti di Sloviansk, Lugansk, Kramatorsk e Krasnyi Lyman a “non uscire di casa per non mettere in pericolo le proprie vite”.
I ribelli filo-russi, dal canto loro, fanno sapere che “due raid aerei hanno attaccato il villaggio di Semionovka” e che “almeno un civile” è morto.
La Russia, intanto, fa sentire la sua voce e accusa l’Occidente di “cinismo”, nonché di “voler politicizzare a tutti i costi la bozza di risoluzione presentata lunedì da Mosca al Consiglio di Sicurezza Onu”. Le parole sono del rappresentante di Mosca alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin, e si riferiscono al documento col quale la Russia chiede “la fine immediata delle violenze e l’apertura di corridoi umanitari nel sud-est dell’Ucraina”.
“Hanno citato cose che ovviamente politicizzano la questione”, insiste Churkin. Forse ha ragione, chissà. Ma del resto, c’è qualcuno che non sta “politicizzando la questione” in tutta questa faccenda? Sia la Russia che l’Occidente non hanno alcun interesse politico e/o economico a rivendicare diritti sull’Ucraina?