Posted 28 aprile 2014 in Ucraina with 0 Comments
di Matteo Zola
Il sindaco di Kharkiv, Hennadiy Kernes, è stato ucciso stamane con diversi colpi di arma fuoco sparati alla schiena mentre si trovava per strada. Trasportato ad’urgenza all’ospedale non è sopravvissuto all’estremo tentativo di salvarlo da parte dei medici. Kharkiv è una grande città di circa un milione e settecentomila abitanti nel nord-est del paese. Non si tratta quindi di un politico qualunque: Hennadiy Kernes è stato eletto nelle fila del Partito delle Regioni, quello del deposto presidente Yanukovich, ma nelle ultime settimane aveva espresso il suo appoggio al nuovo governo di Kiev.
Descritto come un “mini-oligarca”, il sindaco Kernes era un’imprenditore di successo che, grazie ai suoi soldi, ha potuto farsi strada nel corrotto sistema politico ucraino. La provenienza dei suoi soldi è sempre stata un mistero e i suoi detrattori lo accusavano di essere legato alla mafia ucraina. All’inizio della sua carriera da imprenditore è stato arrestato per frode, reato per il quale si è sempre proclamato innocente sostenendo si trattasse di un complotto ordito dai suoi nemici.
Era dunque, per sua stessa ammissione, un uomo con dei nemici. E un uomo ricco e potente, in una città come Kharkiv, in una fase di passaggio di poteri come quella in corso, può facilmente diventare una vittima. L’agguato che lo ha ucciso non sembra potersi ascrivere all’attività dell’estrema destra: Kharkiv non è un posto per quelli. In questo momento l’Ucraina non è solo sconvolta da una guerra civile, ma anche da bande di sicari e picchiatori di varia provenienza: mafiosi, squadracce agli ordini della politica o degli oligarchi, servizi segreti, criminali comuni che agiscono impunemente grazie al vuoto di potere, spesso con il benestare delle polizie corrotte, più spesso al soldo di chi cerca di destabilizzare ulteriormente la situazione.
L’omicidio di Hennadiy Kernes accende una luce, presto spenta, sull’underground criminale ucraino, quello che non entra nelle cronache degli inviati, sfuggente e feroce, che lotta per sopravvivere e trasformarsi insieme al potere. Il ruolo di questo mondo sotterraneo non va sottovalutato e andrebbe tenuto sempre presente, anche se meno evidente delle truppe filorusse, delle bandiere, degli eserciti.
Kharkiv è stata anche teatro di scontri di domenica 27 aprile, quando gli hooligans “filorussi” si sono scontrati con quelli “pro-Maidan”, registrando diversi feriti. E come il caso balcanico insegna, hooligans, crimine organizzato e politica sono strettamente legati in contesti come quello in corso.
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Foto: Il Messaggero
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