UCRAINA: Uomini armati assaltano Sloviansk, una nuova Crimea?

Creato il 12 aprile 2014 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 12 aprile 2014 in Ucraina with 8 Comments
di Matteo Zola

Uomini armati di kalashnikov e armi automatiche, con volto coperto e mimetica, hanno fatto irruzione nella stazione di polizia di Sloviansk, città di 120mila abitanti a nord di Donetsk, nell’Ucraina orientale. Il gruppo, composto di circa settanta unità, portava il simbolo giallo-rosso che celebra la vittoria russa nella Seconda guerra mondiale, analogamente a quanto fecero le prime milizie “spontanee” in Crimea. E davvero quantto avviene a Sloviansk ricorda quanto accaduto in Crimea dove alle prime milizie popolari hanno fatto seguito le truppe senza mostrine mandate da Mosca a ultimare l’occupazione della penisola.

I fatti di Sloviansk seguono di pochi giorni quelli di Donetsk, Lugansk e Kharkiv, in cui manifestanti filorussi avevano occupato le sedi del potere locale prima di essere in parte ricacciati dall’intervento dell’esercito ucraino. A differenza dei precedenti, però, a Sloviansk è andata in scena un vero e proprio blitz armato, nulla a che vedere con manifestazioni di “piazza” più o meno pacifiche. Il gruppo ha fatto irruzione nella sede della polizia sfondando la finestra e coprendo l’azione con gruppi di fuoco rimasti all’esterno. La bandiera russa è stata infine issata sul tetto della palazzina e parte della popolazione è scesa in strada a dare il proprio sostegno.

Mosca sembra voler alzare l’asticella dello scontro per giungere in posizione di vantaggio negoziale al prossimo incontro con la diplomazia americana, previsto per la settimana entrante. E mentre le forze ucraine ancora devono risolvere la crisi a Lugansk, ecco che a Sloviansk si accende un altro focolaio di crisi.

Non solo, secondo il ministro degli Interni ucraino Arsen Avakov, citato dall’agenzia Reuters, uomini in divisa mimetica stanno tentando un blitz per occupare la sede dell’amministrazione locale a Kramatorsk, città di 200mila abitanti non lontano da Sloviansk, anch’essa nell’oblast di Donetsk. E davvero a far esplodere la tensione basta poco: se un “manifestante” filorusso dovesse essere ucciso dalle forze ucraine durante un intervento di sgombero, il Cremlino avrebbe gioco facile a motivare un intervento diretto. Insomma, sembra che a Mosca aspettino il morto.

Nel frattempo tra Kiev e Mosca è andato in scena il secondo atto della “guerra del gas“: qualche giorno fa Gazprom ha infatti alzato le tariffe passando dai 268 dollari ai 485 dollari ogni 1000 metri cubi dicendo che Kiev non è più idonea allo sconto praticato in precedenza. La controparte ucraina Naftogaz ha reagito sospendendo tutti i pagamenti fino a che non ci sarà una nuova negoziazione sui prezzi.

Foto: Reuters

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