Posted 26 gennaio 2014 in Ucraina with 1 Comment
di Matteo Zola
Il presidente ucraino Yanukovich ha offerto alle opposizioni di partecipare alla gestione del potere, dando il posto di primo ministro a uno dei leader dell’opposizione, Arseniy Yatsenyuk capo del partito “Patria” della Timoshenko, mentre a Klitschko sarebbe pronto quello di vice-premier.
Come rifiutare? Ma le opposizioni ucraine hanno rispedito al mittente l’offerta dimostrando, prima che coraggio, una buona dose di intelligenza politica. Davanti alla folla in piazza dell’Indipendenza, Arseniy Yatsenyuk ha chiarito che l’opposizione rifiuta l’offerta del presidente. Un’offerta che, a guardarla bene, sembra una trappola: partecipare al governo corrotto e autoritario di Yanukovich significa esserne conniventi. Inoltre non si cambia un sistema di potere così radicato nei meandri del sottobosco oligarchico e criminale, vestendo gli inutili panni di un primo ministro senza maggioranza.
Dal palco di piazza Indipendenza le opposizioni rilanciano e chiedono la revisone delle leggi varate la settimana scorsa e ritenute liberticide dalle opposizioni, stabilendo elezioni parlamentari anticipate nel 2014, e una riforma costituzionale che limiti i poteri presidenziali, oltre al rilascio di Julia Timoshenko e nuovi colloqui con l’Unione Europea.
Infine la repressione messa in campo da Yanukovich è ormai senza misura, e toglie legittimità al potere presidenziale anziché rafforzarlo. Un caso su tutti, riferito dal videogiornalista russo Andrei Kiselev al Guardian, racconta la brutalità delle forze dell’ordine: un autobus carico di manifestanti è stato bloccato da un convoglio della polizia, le persone (disarmate) sono state fatte scendere a forza e pestate a sangue con i manganelli. Poi, legate mani e piedi, sono state abbandonate nelle neve per più di un’ora, è stato possibile soccorrerle solo dopo che la polizia si è allontanata.
Il rifiuto delle opposizioni mette ora il potere poliziesco di Yanukovich nella necessità di inasprire la repressione in una spirale di violenza che diventa sempre più difficile risolvere: il suo potere sembra vacillare malgrado manchi, ai manifestanti, un concreto appoggio internazionale (come invece ai tempi della Rivoluzione arancione). Riusciranno da sole le opposizioni, deboli ma rafforzate da questo rifiuto, a rovesciare il potere di Yanukovich? I destini dell’Ucraina non si giocano solo in piazza Indipendenza, perché il potere di Kiev cambi, occorre cercare un compromesso (forse impossibile) con il Cremlino. Questa è la prossima sfida che attende le opposizioni.
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