Lo avevamo preannunciato. La misura era ormai colma. I continui cori razzisti nei confronti dei napoletani, non i tifosi, ma gli abitanti di Napoli, iniziavano ad essere assordanti. Tanto che lo stesso giudice Tosel ha (finalmente ) iniziato a prendere provvedimenti. Dapprima contro i tifosi della Juventus, poi contro quelli dell'Atalanta. Diecimila euro di multa per cori dal razzista contenuto territoriale. E non si dica che sono banalmente cori da stadio. L'invocazione costante del Vesuvio, dell'immondizia e della "puzza" dei napoletani, sono la ferma volontà di colpire una città e un popolo.
Il caso del giornalista Amandola è stato solo la punta di un iceberg, che si sta sciogliendo e venendo giù come una valanga.
L'ultimo episodio, eclatante, quello di Totò di Natale. Giocatore napoletano dell'Udinese.
Ecco come il Messaggero Veneto riporta la notizia:
L'indice portato alla bocca, inequivocabile gesto di chi invita qualcuno a tacere, poi le due mani prima alzate e poi abbassate come chiaro invito a stare calmi, quindi pollice e indice che tirano la maglia proprio all'altezza dello stemma del club. Totò Di Natale aveva "esultato" così mercoledì sera sotto la curva nord dopo aver trasformato il rigore con il Catania.
Subito erano arrivati i primi sms: ma con chi ce l'aveva il capitano? La risposta è arrivata due giorni dopo. Totò è rimasto deluso dagli ennesimi cori anti-napoletani partiti a inizio gara dal settore più caldo del tifo friulano.
«Noi non siamo napoletani», spopola nella hit parade della curva nord, non c'è partita che oltre ai "cugini" triestini gli ultras dedichino un pensiero anche ai tifosi partenopei. «Va bene tutto quando c'è lo scontro diretto, o se il Napoli perde a Bergamo, ma deve finire lì», le parole che Totò ha usato ieri sera incontrando alcuni rappresentanti della curva.
La rivalità è storica, nel recente passato (febbraio 2010) ci sono stati anche scontri pesanti che hanno fatto scattare alcuni daspo, ma c'è qualcosa che va oltre la fede calcistica. Tutto ciò, però, fa un po' a pugni con la lunga tradizione degli attaccanti che, nati all'ombra del Vesuvio, hanno poi fatto le fortune dell'Udinese. Di Natale, ma anche Quagliarella e Floro Flores.
Il capitano non ha mai rinnegato le sue origini: a Napoli ci è nato, da bambino tifava per la squadra di Maradona e continua a farlo; poi è chiaro che quando scende in campo indossa i panni del professionista e non fa sconti a nessuno: nelle ultime tre stagioni al Friuli ha segnati sette gol ai partenopei. Non ha esultato, ma per una forma di rispetto, la stessa che tanti altri ex hanno avuto nei confronti dell'Udinese.
Di Natale questo tasto non lo ha mai voluto toccare pubblicamente, l'altra sera si è comunque esposto e ha preso posizione. Un gesto coraggioso, che da un lato va apprezzato e dall'altro non deve minare lo straordinario rapporto con la curva. I tifosi, però, devono riflettere e capire che si porta rispetto per chi indossa la maglia bianconera anche evitando certi eccessi del tifo. E in ogni caso non è solo questione di gol segnati, ma anche di scelte di vita.
«Totò ama questa maglia e vuole bene al presidente e alla società, ci tiene da morire a non fare brutta figura», sottolineava non più tardi di ieri Andrea Carnevale, responsabile scouting del club bianconero e anche lui ex calciatore del Napoli che poi ha messo radici in Friuli.
Il Video dell'esultanza raccolto e riportato da Angelo Forgione: