I fondi messi a disposizione dall’Unione Europea sono molto, molto importanti per il progredire della nostra economia, specie in un momento di difficoltà generale come quello in cui stiamo vivendo. E allora perché si sente tanto parlare di fondi ristagnanti, di euro dimenticati e volutamente o meno allontanati dalle operazioni legate all’interesse pubblico. Perché lo Stato non esercita il potere sostitutivo che la Costituzione gli assegna per commissariare le Regioni e gli enti locali che, per negligenza o incapacità, non utilizzano o spendono male o sprecano i fondi Ue?
Gianpiero D’Alia, deputato e presidente dell’Udc, commenta la lettera inviata dalla Commissione europea al governo italiano sul corretto utilizzo dei fondi Ue: “Oggi i fondi comunitari sono una delle poche leve fiscali in possesso degli Stati per creare crescita e occupazione, dunque per garantire quella coesione sociale tra aree del Paese che si trovano in contesti diversi: se le regioni e gli enti locali non sanno garantirsi da soli l’uso virtuoso di queste risorse è giusto che lo faccia lo Stato”.
Lo Stato. Penso che tutti abbiano seri dubbi sul reale senso di questa parola. E mentre gli italiani se lo chiedono, Renzi “maratoneta” preme l’acceleratore sul Senato e l’Italicum e grida vittoria, insiste e rassicura: “Porteremo l’Italia fuori dalla crisi: l’Italia ha un grande futuro, le finanze italiane sono sotto controllo e continueremo a ridurre le tasse. Faremo cose rivoluzionarie”.
Cose rivoluzionarie. Sarà vero, sarà falso, ma in tutto ciò, un italiano su due è stato a casa a Ferragosto e l’autunno promette tempesta. Per fortuna ci sono l’Italicum e il Senato!