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UEFA, partnership con l'International Blind Sports Federation

Creato il 05 maggio 2015 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
UEFA, partnership con l'International Blind Sports Federation
La UEFA ha istituito una partnership con un gruppo attentamente selezionato di organizzazioni nell'ambito del programma Football for All Abilities, che promuove l'uso del calcio per favorire l'integrazione di giocatori di tutte le abilità, oltre che di gruppi emarginati o esclusi.
Il programma ha dato alle organizzazioni la possibilità di sviluppare attività a lungo termine e definire obiettivi ambiziosi. Le organizzazioni, a loro volta, sono state importanti perché hanno aiutato le persone a realizzare i propri sogni sportivi. La International Blind Sports Federation (IBSA), che opera a favore dei non vedenti e degli ipovedenti, è l'esempio perfetto dei meriti di questa partnership.
La IBSA offre un'ampia gamma di discipline sportive a persone con problemi della vista. Per quanto riguada il calcio, permette di giocare a due categorie di futsal: B1 (per non vedenti) e B2/B3 (per ipovedenti). Le regole del gioco sono state adattate per permettere agli atleti di apprezzarlo al massimo. Il pallone è dotato di uno speciale sistema sonoro e i tabelloni a bordo campo tengono la palla in gioco, mentre le squadre (formate da quattro giocatori) possono contare sull'aiuto delle guide durante la partita.
La UEFA e la IBSA hanno iniziato a collaborare nel 2006, quando quest'ultima ha ricevuto l'assegno di solidarietà della UEFA da 1 milione di franchi svizzeri. In seguito, nell'ambito di un progetto europeo di sviluppo, la IBSA ha organizzato seminari per insegnare il futsal per non vedenti a centinaia di allenatori e arbitri. Questi hanno frequentato un corso base con professionisti accreditati dalla IBSA, imparando a lavorare con i giocatori non vedenti ma anche le tattiche e le regole del gioco.
"L'aiuto della UEFA ci ha aperto le porte - ha commentato David Stirton, coordinatore del progetto per l'Europa -. La UEFA è riconosciuta in tutto il mondo e ha un'ottima reputazione, quindi il suo nome ci ha dato credibilità. Il suo sostegno ci ha aiutato in molte aree, dunque le siamo molto grati".La IBSA incoraggia l'amicizia tra atleti non vedenti e li invita a un'attività sportiva regolare. Inoltre, diffonde le idee sulle competizioni e sullo sport per i non vedenti e prepara, promuove e coordina attività internazionali che stimolano lo sviluppo di programmi sportivi per non vedenti nei paesi membri. La sua missione soddisfa pienamente i criteri di collaborazione con la UEFA, in particolare tramite la promozione dell'integrazione sociale. "Le persone affette da disabilità possono avere poca autostima - commenta Stirton -. Lo sport aiuta a superare questo problema. Uno sport di squadra aumenta l'affiatamento e offre l'opportunità di giocare insieme agli amici".
Il senso di realizzazione sportiva e orgoglio di un calciatore non vedente o ipovedente è esemplificato da Alexander Fangmann, il capitano della nazionale tedesca che nei prossimi mesi parteciperà ai Campionati Mondiali IBSA per non vedenti a Tokio.
"Ho perso la vista quando avevo otto anni - commenta -. Prima di allora giocavo a calcio come tutti i bambini, ma dopo non ho perso la passione per questo sport e ho continuato". Alexander sta finendo gli studi a Tübingen, vicino a Stoccarda. "Facevo fitness, ma nessuno sport di squadra - osserva -. Tramite Internet sono venuto a sapere del calcio per non vedenti, sono andato a un seminario durante i mondiali del 2006 e tutto è iniziato da lì… Non sapevo cosa aspettarmi e se con altri non vedenti avrei giocato bene, ma non ci sono stati problemi".
Alexander e i colleghi che hanno partecipato al seminario sono tornati a casa con molte idee, che si sono tradotte nella creazione di un campionato nazionale tedesco, e di una squadra nazionale in grado di competere per il titolo mondiale.
“Ne siamo molto orgogliosi. E' un grande risultato”. Dopo avere superato la perdita della vista e essersi ritagliato una carriera come calciatore, Alexander esorta chi ha voglia di imboccare questa squadra a “provarci”. Inoltre, rimarca l'aspetto dell'integrazione e dell'amicizia. “Fare parte di una squadra e vincere regala sensazioni fantastiche!”.
“Nessuna organizzazione esterna offre a IBSA un sostegno pari a quello della UEFA – spiega David Stirton, il quale sottolinea che i progetti iniziali organizzati con la UEFA stanno iniziando a dare i frutti -. Insigniti del premio UEFA per le attività benefiche, i seminari organizzati in diversi paesi hanno riscosso un enorme successo: 438 partecipanti da 39 paesi”.
“Molti tecnici e arbitri che hanno partecipato ai seminari in diversi paesi, una volta tornati a casa, hanno avviato programmi propri a livello locale. In molti paesi la crescita è stata talmente rapida da potere allestire squadre nazionali e competere a livello internazionale. La UEFA ci stimola a lavorare a livello di base, e pertanto guardiamo ai paesi europei “emergenti” in questo ambito.
Abbiamo organizzato un torneo estivo e cerchiamo di aiutare a fare il salto di qualità, per competere a livello internazionale nello spazio di pochi anni”.
“I progetti che stiamo portando avanti con la UEFA possono essere un esempio e un modello da seguire in altre parti del mondo – ha concluso Stirton -. Vorremmo provare a replicare i progetti in Africa, America centrale e meridionale, e in zone dell'Asia. Vi è un potenziale enorme di crescita e di sviluppo”.
IBSA svolge un lavoro esemplare che reca benefici e piacere agli sportivi, uomini e donne. La UEFA è lieta che il proprio partner stia realizzando un lavoro eccellente in un ambito calcistico della massima importanza.
da: UEFA.org

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