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“Uffa, NESSUNO mi vuole bene!”

Da Quipsicologia @Quipsicologia

nessuno mi vuole beneQueste persone sono convinte di non essere amate. Basta un collega d’ufficio che non le saluta o un amico che si dimentica del loro compleanno che entrano subito in crisi. Ma cosa si nasconde dietro questo bisogno compulsivo di attenzione e di amore?

Bassa autostima

Un’affermazione come questa, “Nessuno mi vuole bene”, risuona come un inappagabile bisogno di consolazione e nasconde allo stesso tempo una profonda insicurezza nelle proprie potenzialità. Spesso si tratta di una sofferenza, una ferita che ha le sue origini nell’infanzia o comunque nei primissimi anni di vita. Questi individui hanno sempre bisogno dello sguardo dell’altro per poter credere nelle proprie capacità. Si tratta quindi di una richiesta d’amore in termini negativi, come una domanda passiva, che sfocia spesso nel vittimismo, in cui manca una reale e autentica volontà di cambiare la propria situazione.

Mancanza d’amore

Ad altri individui invece è mancato l’amore in famiglia. Per esempio si ricordano che i genitori in casa parlavano poco sia con loro, che tra di loro. Mai un sentito interesse, un complimento, un incoraggiamento da parte loro. Ci sono infatti genitori che, malgrado amino i loro figli, non sanno dimostrarglielo: esprimere apertamente ai figli i propri sentimenti, empatizzare con loro, significa garantirgli stabilità per il futuro e aiutarli a sviluppare quelle capacità emotive e quelle risorse con cui affrontare le sconfitte che la vita a volte riserva.

Un IO smisurato

Queste persone solitamente danno la colpa agli altri del loro star male: “Non è colpa mia! E’ Giorgio che non si interessa a me!”. Spesso dietro questa sensazione di non essere amati si nasconde un forte egocentrismo o una componente narcisistica che porta a scaricare la propria responsabilità sugli altri, unici colpevoli. Come se per loro essere amati si traducesse nell’essere i più amati. Quando infatti ricevono un rifiuto, la deduzione è presto fatta: “Se non mi vuole bene Giorgio, allora nessuno mi vuole bene”. Naturalmente si tratta di una difesa inconscia, nel senso che è più facile convincersi che siano le altre persone incapaci di amare piuttosto che ammettere a se stessi di essere persone poco o per nulla amabili.

Un eccesso d’amore

Anche un eccesso d’amore, di attenzione, di cura da parte dei genitori durante l’infanzia può portare alla convinzione di non essere amati. In che modo? Quando da bambini si cresce senza capire e comprendere in che modo le proprie azioni, i propri pensieri, i propri sentimenti possono avere in qualche modo influenza nel mondo accadrà che da adulti si pretenderà di ricevere dagli altri lo stesso smisurato e allo stesso tempo incondizionato amore che si è ricevuto dai propri genitori. Questa pretesa infinita non farà che intimorire e di conseguenza mettere in fuga coloro con cui si entra in relazione, ritrovandosi poi realmente soli.

Riaprirsi a rapporti autentici

Alcuni consigli per riavviare rapporti autentici con gli altri:


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